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30/09/06

:: by :: lisagialla
hhgttp \ gravide live!

front row / 2- perché non c'è travaglio che duri più di dodici ore.
- il mio primo, veramente, è durato diciannove.
- non è possibile. e comunque: è un dolore che si dimentica subito.
- trova? io lo ricordo perfettamente.
- signora, non so che dirle. nella mia esperienza di ostetrica, un travaglio vero dura al massimo dodici ore. e poi si dimentica.
- beh, vorrà dire che il mio è stato un travaglio finto.

[+] :: ore 09.12 :: 12 comments


22/09/06

:: by :: SuperBimba
Chiudo gli occhi e volo via

Quello che ho scritto l'anno scorso, a luglio, oggi è completamente diverso. C'era lui, che raccontava di loro, studenti di cinema, che giravano un documentario sulla vita di un bar, in Portogallo, in cui per entrare bisognava bussare piano e nessuno poteva applaudire - solo strofinare le mani era consentito in segno di apprezzamento. Il bar era gestito da un brasiliano di nome Mané e la figlia stava producendo il documentario della ragazza italiana. La figlia di Mané no che non studiava cinema ma produceva spettacoli di danza. E la ragazza che girava il documentario si chiamava Alice, e pensavo che era un nome che si intonava perfettamente.
Il Greco di tufo, intanto, faceva la sua porca figura, svolgendo il suo ruolo precipuo, quello di farmi sentire perfettamente leggera, mentre pensavo che il tizio era maledettamente carino - e la cosa mi faceva scrivere allora esistono ancora tipi interessanti senza sapere che sarebbe stato molto meglio il contrario. Per la mia salute mentale.
La sorella mi insegnava che quando hai un'auto con targa corpo diplomatico le multe non ti arrivano a casa ma direttamente in ambasciata.
E mentre nelle mie vene scorreva una miscela di piastrine, plasma, globuli variamente colorati e Greco di tufo e bevevo e cucinavo e cucinavo e ascoltavo, lo studente di cinema passava in rassegna la fauna all'auberge portugaise fino al tizio, Pedro, che aveva 41 anni, era divorziato, viveva con la mamma, aveva aperto un ristorante ma l'aveva chiuso dopo due mesi, perché non si decideva a comprare un frigorifero. O quell'altro bruttissimo, padre chissà come di tre figli, mezzo cieco perché era precipitato dal balcone, che un amico lo prendeva in giro perché fischiava alle ragazze che passavano e gli aveva fatto buh e lui si era spaventato ed era caduto giù...

Come un film vecchio su uno schermo nuovo cambia i colori.

[+] :: ore 19.27 :: 7 comments


19/09/06

:: by :: lisagialla
hhgttp \ congedo

mancano i calzini. due o tre paia di calzini. poi le coppette, i reggiseni dell'avvento, le mutande di rete e tutto l'apparato folclorico raccomandato. tirare fuori i completi perfetti dalle buste - divise per giorno, col post it appiccicato sopra: uno, due, tre. fare il bucato, ché la lavanderia è cosa da snaturate. togliere il sacco intorno alla valigia. aprire, riempire, chiudere. non - ho detto: non - rimanere due ore seduta sul marmo del corridoio con in mano un tazza di tè raffreddato. non - ho detto: non - pensare. ma quand'è che dovrei cominciare a massaggiarmi il perineo?

[+] :: ore 10.54 :: 14 comments


18/09/06

:: by :: lisagialla
jnifen eats!

Bisogna aggiornare i programmi delle Scuole per Giovani Signore.
telefoni, stivali e ballerine. questa settimana, su leftwing.

[+] :: ore 17.38 :: 0 comments


:: by :: SuperBimba
Bianco su bianco

Sabato pomeriggio, dopo aver sentenziato che le giornate si stanno accorciando e quando ci sarà l'ora legale a ques'ora sarà già buio, entro con la mia amica di supporto da Muji (che per i romani è ancora un'attrazione turistica). Cerchiamo un piccolo regalo e un biglietto.
I biglietti con scritto mi dispiace sono in svendita.

[+] :: ore 09.50 :: 11 comments


13/09/06

:: by :: lisagialla
hhgttp \ non è una malattia

non esiste una cura, non esiste una sintomatologia unanime, non esiste neppure una consapevolezza diffusa. ciononostante, la ragazza diagnosticata grassa farebbe qualunque cosa pur di sfoggiare l'accessorio di stagione. quindi si ingegna per prendere un appuntamento ma dimentica di chiedere dove - cretina - e le chiamate successive non ottengono risposta. nemmeno quelle al sedicente ufficio informazioni dell'ambulatorio che pare più verosimile - a dare retta all'internet. non alle otto, non alle nove, non alle nove e mezzo. la ragazza diagnosticata grassa ha camminato un'ora senza costrutto, si siede per un caffè, compone un numero a caso e decide di credere a quanto le viene detto. che è: dall'altra parte di milano, prenda un taxi.

adoro l'umore dei tassisti la mattina. soprattutto di lunedì, soprattutto con la camicia di sangallo bianco sopra alla pancia perfettamente sferica e un sorriso sfatto, io, mentre loro cercano di trasformare la nevrosi in galanteria e mi accompagnano fino alla porta e anche un pezzetto di scala, se serve. ma la ragazza diagnosticata grassa preferisce perdersi da sola nel labirinto di infermiere e aspetta ligia quanto si deve, prima di essere messa a proprio agio con una pubblica pesa comprensiva di scarpe e vestiti. ma che maniere. ne esce, tre ore dopo, con una dieta triste che non fa dimagrire, le istruzioni per montare l'accessorio di stagione, l'elenco dei pezzi mancanti e una disperata voglia di cheesecake.

l'indomani, ormai istruita all'autocontrollo, la ragazza diagnosticata grassa - che proprio non è tipo da tirare fuori la pancia per saltare la fila - fa un censimento delle asl di zona e con piglio deciso sceglie di mettersi in fila per un'ora a quella sbagliata. indirizzata verso quella giusta, quasi finisce il libro [la cui protagonista, se incinta, slaccia la gonna dello chanel e tiene sopra la giacca] e poi viene ammessa oltre lo sportello. c'è una signora, ivi adagiata, che fa domande per decine di minuti, striscia tessere, compila, stampa e fa firmare. infine alza gli occhi e sbalordita chiede oh, ma lei è in gravidanza? no, sono deforme. e porto in dote un bizzarro caso di diabete gestazionale, invero. allora deve andare di là, oltre il cortile.

oltre il cortile, lo sportello è aperto dalle nove alle undici: cogli l'attimo. sono le dieci e quaranta. la ragazza diagnosticata grassa strappa dall'eliminacode l'ottantasei, servono il numero sessantatre. benché non sia proprio tipo da tirare fuori la pancia per saltare la fila, la ragazza diagnosticata grassa si sente piuttosto scema, quindi sorride e bofonchia e si scusa mentre - lieve come una pietra che rotola - calpesta un centinaio di pensionate azzurrine e guadagna infine lo sportello giusto. nell'orario giusto. con la malattia giusta. la ragazza diagnosticata grassa piange. un'ora e trentotto pennette integrali dopo è finalmente a casa, col suo accessorio di stagione perfettamente funzionante e un problema urgente di custodia appropriata da risolvere.

[+] :: ore 11.09 :: 12 comments


06/09/06

:: by :: lisagialla
my pride and joy

un fidanzato nuovo

[+] :: ore 22.44 :: 14 comments


04/09/06

:: by :: lisagialla
e anche io non mi sento troppo bene

Non deve essere facile chiamarsi Benjamin Becker (nessuna parentela) e fare il tennista tedesco una domenica di settembre a New York.
pantacalze, tedeschi sbagliati e quello sguardo. questa settimana, su left wing.

[+] :: ore 09.20 :: 5 comments