Un blog che fa parte di una "casta di gente di sinistra"
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28/02/06


Il pagellone dei fiori³ - 1

A furor di popolo (ognuno ha il furore che si merita), torniamo sulle sudate pagelle, mica come certa gente che non c'ha il fisico (il tutto in simpatia e in amicizia, Dave).

Giorgio Panariello: voto 4,5. Alla vigilia mi aspettavo un 3, temevo che esordisse con un "Si vede il marsupio?" e un sonoro rutto in Eurovisione. La mia paura era che fosse inutile e dannoso, invece si è limitato a essere semplicemente inutile. Per intere mezz'ore si è dato alla macchia, mentre nei periodi di presenza sul palco ha inanellato il record mondiale di battute consecutive senza risate del pubblico. Comunque, pensavo molto peggio. Decontaminato.

Ilary Blasi, voto 5+. Il + per la citazione di Patsy Kensit 1987, l'insufficienza per trucco e parrucco degni di Madame Tussaud e per la presenza scenica degna di un paracarro sulla Paullese. Granitica.

Victoria Cabello, voto 8,5. I knew it! Lo sapevo che sarebbe stata lei a reggere la baracca. Frizzi, lazzi, cazzi e mazzi, ecchissenefrega se ostentava un po' di accento british. Il punto più alto della serata, più che l'SMS del Papa: la lavagna tattica sul pubblico dell'Ariston. Fantasista.

Francesca Lancini: voto 8. Signoreonnipotentedelcieloedellaterra.

Marta Cecchetto: voto 6-. La signora Luca Toni riusciva decisamente meglio nella pubblicità dell'Aperol. Parente di Claudio?

Vanessa Hessler: voto 4. Gommosa è dire poco. Viene letteralmente massacrata da Victoria ("non ho mai avuto una Barbie così grande!"). Parente di Thomas?

Claudia Cedro: voto 6,5. Da Victoria's Secret con furore.

Nicky Nicolai: voto 5. La classe dell'anno scorso si è trasformata nell'acqua di un brano molle e privo di spunti, tant'è che l'unica cosa degna (?) di nota era il fianco largo della signora Di Battista. Rilassata.

Dolcenera: voto 7 alla canzone, voto 4 all'interpretazione. Il pezzo non è affatto male (anche se potrebbe intitolarsi "Tutti gli artifici retorici stracciacuore"), peccato che lei la deturpi sbraitando come una stracci-vendola. A un certo punto sembrava che stesse imitando Sandro Ciotti. Scusa Ameri.

John Travolta: voto 4. Sei un sòla. Non puoi metterti ad accennare i passi sia de La febbre del sabato sera sia di Pulp Fiction senza andare fino in fondo. E' un coitus interruptus. Va bene che c'hai un'età e poi ti salta la protesi all'anca, ma suvvia. Avariato.

Gigi Finizio e la classe III/E dell'ITC "Peppiniello Di Capua" di Scampia: voto 1. No, la denuncia sociale in salsa partenopea no. Veramente, non posso reggere. Specialmente se dietro a Finizio ci sono ventisette suonatori di bongo e una tizia con la pianola da braccio di Sandy Marton (cfr. Luthor). Didascalici.

Noa, Dino Fava & Mrs. Solis String Quartet: voto 5/6. Atmosfere sofisticate al servizio di un testo sponsorizzato dalla Neutro Roberts. Noa non capisce le parole e salta tutte le doppie. Tutto sommato, però, rasenta il gradevole. Essenziali.

Povia: voto 3. La copia noiosa dei bambini che fanno oh (che già era tutto fuorchè un capolavoro), inframezzata da gorgoglii piccioneschi. Probabilmente anche il testo è stato scritto da una cooperativa di piccioni che saltellavano su alcune macchine da scrivere. Chiù, chiù.

Ron: voto 6. Il buon Rosalino, liftato come un rovescio di Federer, piazza la solita canzone di Ron. In assoluto, dù palle, ma rispetto al resto del gruppo finisce per fare bella figura. Incontrista.

Simona Bencini: voto 4,5. Bene il tailleur pantalone, un po' meno il resto. Altro pezzo senz'anima, in cui la povera ex-Dirotta su Cuba sembrava più impegnata a smanettare sul volume del microfono. Asincrona.

Spagna: voto 3,5. Lontani sono i tempi delle tamarrate ottantine, quel che ci resta è solo un pugno di botox e l'ennesimo testo sulle persone-che-si-amano-ma-poi-si-fanno-del-male-però-non-possono-farne-a-meno. Argh. Pneumatica.

Sugarfree: voto 2. "Solo lei mi dà". Che cosa, non è dato sapere. Allusivi.

Mario Venuti: voto 6,5. L'uditorio si aspettava una immane rottura di palle, invece, pur non essendo ai livelli di "legami le mani legami con doppi nodi", si fa ascoltare piuttosto volentieri. Fine.

Alex Britti: voto 7. Britti è una garanzia. Testo insulso, musica gradevole, riff di chitarra a tutto spiano. Nothing more, nothing less. E il compitino, qui, basta e avanza. Secchione.

Luca Dirisio: voto 3. "Sparirò". Ecco, bravo, sparisci. Tu e la tua mise da Cavaliere del Sovrano Militare Ordine di Malta. Ospedaliero.

Anna Oxa: voto 5+. Dopo tutta la bagarre della vigilia (e il look della Oxa, e la Oxa che non dà il testo della canzone, e la Oxa che non si fa fotografare, e la Oxa che ha la canzone troppo lunga, e mio nonno in carriola con le mutande viola), ci tocca assistere alla bambina di The Ring che, accompagnata dal Coro delle Voci Bulgare di eliana memoria, annaspa cercando di far stare le duecentosettantaquattro sillabe per verso di Panella in sette decimi e mezzo. L'effetto complessivo non è totalmente negativo, ma sento troppa puzza di pretenziosità per poter dare una sufficienza. Molto rumore per nulla.

Anna Tatangelo: voto 3,5. Con un Mocio Vileda in testa, canta di un insostenibile pseudofemminismo da romanzo d'appendice. Harmony.

Nomadi: voto 6/7. Io odio i Nomadi. Non li sopporto e spero che vengano eliminati dalla faccia della Terra come la poliomielite o il cotone nell'ombelico. Però va dato loro atto di aver portato a Sanremo un ottimo brano, costruito con sapienza e mestiere. A Cesare quel ch'è di Cesare.

Zero Assoluto: voto 3. Sulla fiducia, perchè il loro pezzo era talmente inutile da essere l'unico di cui non mi ricordi una singola nota. A scomparsa.

Gianluca Grignani: voto 4. E' come Ron, la solita canzone di Gianluca Grignani. Solo che mi ha stufato da tempo immemore. E basta con queste arie da maledetto: non basta la barbetta sfatta e la ferraglia alle orecchie per essere un ribelle, ci vuole tutta un'untuosità che gli manca. Friol.

Michele Zarrillo: voto 3+. Il + per l'eccellente forma fisica, peccato che la canzone sia il solito polpettone neo(?)melodico già sentito in tutte le salse, e questa salsa è tra le più insipide. Bad chili.

I giovani: voto 4 (a matita). Trenta secondi di canzone non sono sufficienti per valutare pezzo e interpretazione, ma il livello medio è sembrato basso come al solito. I pronostici della vigilia sembrerebbero essere rispettati in pieno, dato che gli unici due pezzi decenti sembravano quelli di Cristicchi e di Ivan Segreto. Spoilerati.

Le nazionali di curling: voto 8 a prescindere, voto 2 a chi ha scelto di piazzare la loro ospitata a mezzanotte e mezza (per far passare insensibilmente il pubblico fra le braccia di Morfeo). Retornaz for president.

La giuria demoscopica: voto 5/6. Alcune sconcezze (Zarrillo primo), alcune sconcezze evitate (Povia non primo), alcune cose azzeccate (i Nomadi primi). Abbiamo assistito a giurie ben più dannose. Cauti.

La serata: voto 4,5. Noia, maledetta noia. Va bene, e Bonolis è saccente, e il buonismo peloso, ed Er Penombra, e il Senso della vita è inguardabile, e il faiunpassoindietroevergognati, ma il confronto fra il suo Sanremo e quello di Panariello rasenta l'imbarazzante. Pendula.




27/02/06


Wake me up when February ends

Uh, erano dieci giorni che non toccavo il blog. Necessitavo di un po' di libera uscita, peccato che abbia passato metà del tempo a levare polvere e l'altra metà a recuperare hard disk impazziti. Morale della favola: sono più stressato adesso di quand'ero in piena sessione d'esami.
Intanto la laureavera è iniziata col piede giusto. Anche se non ho idea di cosa rispondere a chi mi chiede "ma poi a che cosa ti serve?", come se stessi facendo Glaciologia Sahariana o Pittorica Braille. Se qualcuno vuole proporsi come mio addetto stampa, si faccia avanti.
Venerdì sera un selezionatissimo panel di esperti ha assistito (dopo svariati mesi di peripezie assortite) al numero zero di Classical Music for Dummies Live on Stage (ovvero un po' come questa roba qui, ma col sottoscritto che gioca a fare l'anchorman). Grande successo di critica. Poi mi hanno recapitato una cinquantina di pagine di consigli, suggerimenti e aggiustamenti da fare e mi sono chiesto dove stesse la fregatura. (Comunque, pare che la cosa funzioni e che venga proposta davvero a un pubblico. Probabilmente quel giorno dovranno sedarmi con del Tavor, ma per la gloria questo e altro.)
Stasera inizia Sanremo, e quest'anno sono colto dal disinteresse più totale. Sono un fautore della libertà di espressione, ma con Panariello si potrebbe volentieri fare un'eccezione. L'unica cosa che mi spingerà a guardare almeno la prima serata è Victoria Cabello, genio assoluto che farà impallidire la pur brava Cortellesi. Ma non aspettatevi il Pagellone per tutta la settimana, ecco.

(Post ombelicale? Certo. Ma questo è il mio ombelico. Ce ne sono tanti come lui, ma questo è il mio.)




16/02/06


Olimpia Taurinorum - 4

In Match Point di Woody Allen [1] si sostiene che la vita, come lo sport, sia governata dalla fortuna, dal cieco caso che decide se la pallina che prende il nastro debba cadere al di qua o al di là della linea. Non so la vita, ma lo sport funziona senz'altro in questa maniera.
Vedi la combinata nordica a squadre. Doveva disputarsi ieri, la prova di salto è stata martoriata dal troppo vento e l'organizzazione è stata costretta al rinvio. L'Italia, come da previsione, era nei bassifondi della classifica, ma c'era. Oggi non ha potuto presentarsi sul trampolino perchè un componente del quartetto aveva avuto un attacco di appendicite (rivelatosi poi un falso allarme).
Oppure vedi l'inseguimento a squadre di pattinaggio. Che era già in odor di medaglia, ma in semifinale stava prendendo le palate dall'Olanda. Poi gli orange hanno fatto bocciapunto, ed è stata finale (e poi oro) in scioltezza. Col povero Ippolito Sanfratello, già plurititolato nel pattinaggio a rotelle e convertitosi ai pattini con le lame, che faceva una fatica boia a stare dietro alla locomotiva-Fabris.
La fortuna ci vuole. Ogni tanto ce l'hai, ogni tanto no.
Reuters Italia

[1] Da cui mi aspettavo molto di più, se devo dirla tutta.




15/02/06


Altaloma 9 till 12

Il senso profondo dei concerti della PFM (nonchè il vero motivo - a parte la musica of the màdon - per cui è la terza volta nel giro di un anno che vado a sentirla senza stancarmene) sta nell'ultima canzone. Non tanto nel coro finale, il trascinante "Ce-le-brèscion" collettivo, quanto in quello che lo precede. Di Cioccio ha l'abitudine di lanciare un momento catartico, in cui il pubblico può liberarsi del logorio della vita moderna urlando a squarciagola mentre la band si esibisce in trenta secondi di free jazz (leggi: casino totale). Flavio Premoli, il tastierista, zitto zitto abbandona Moog e tastiere assortite per andare alle percussioni. E, in quei trenta secondi, nel delirio generale, lo vedi pestare a casaccio piatti e tamburi, come un bambino che prende le pentole della mamma e inizia a prenderle a mestolate. E' lì il senso, non solo del concerto ma probabilmente del fare musica: la gioia, la compagnia, la caciara. La loro, la mia, la sua.




14/02/06


Olimpia Taurinorum - 3

E' il momento degli abbracci, e' il momento della gioia, e' il momento in cui tanti sacrifici vengono finalmente premiati, e' il momento in cui viene sancita l'incapacita' della Rai che segue le pattinatrici giappo e Giorgio Rocca invece del curling. E porta pure sfiga.
La diretta di Zoro. E Italia-Germania 9-8 dopo i tempi supplementari (non è calcio, ma curling).




13/02/06


Guinness coi primati

Siamo nel 2006, giusto? Terzo millennio, giusto? E allora come mai la televisione italiana è ancora invasa dalle pubblicità con le scimmie? C'è ancora qualcuno che pensa che le scimmie siano un dispositivo comico così efficace da far vendere più prodotti?




Olimpia Taurinorum - 2

  • La prima giornata di Olimpiadi si è aperta col nostro biatleta Vuillermoz che ha fatto in tempo a fare metà gara da medaglia, prima di farsi gufare l'impossibile da Bragagna e di sbagliare tre bersagli su cinque durante la terza serie. A tenere in piedi la baracca ci ha pensato l'imprevisto bronzo di Enrico Fabris, letteralmente sospinto sul podio dal tifo dell'Oval Lingotto.
  • Discesa libera. Tacendo di Ghedina (finale inglorioso il suo, che verrà ricordato più per le polemiche sul tracciato che per il 23° posto), abbiamo avuto il primo, grande carneade della rassegna: Antoine Deneriaz. Fino alla sua discesa, c'era in testa Walchhofer, che aveva fatto una gara discreta-e-niente-più. Per il resto, era la gara del ciapa no: Maier sbagliava la partenza, Miller sciava troppo pulito, sul podio c'erano i giovani Kernen (34 anni) e Aamodt (36) (con un ginocchio sfasciato a metà gara). Poi è arrivato il francese che ha dato un secondo a tutti. La cosa divertente è che buona parte dei tecnici della nazionale transalpina sono italiani. Viva l'outsourcing.
  • Oro di Zöggeler doveva essere, oro di Zöggeler è stato. Controllo totale, teutonico della gara. Esultanza contenuta, teutonica all'arrivo. Se non avessimo l'Alto Adige, saremmo periferia dell'impero.
  • La 30 km a inseguimento maschile di sci di fondo è stata un'unica, ininterrotta fagiolata, con centosettantaquattro atleti nello spazio di due secondi. Sembrava quasi una tappa alpina del Giro d'Italia: salite massacranti, due ali di folla a incitare gli atleti, i soliti fessi che invadono il percorso. La similitudine ciclistica è applicabile anche al rettilineo finale: si è capito che Piller Cottrer e Di Centa non avrebbero vinto perchè hanno iniziato la volata in testa. E non potevano che farsi infilare dal russo e dal norvegese sbucati dalle retrovie. Manuale del velocista, pagina 14.
  • Mi ha detto mio cuggino che sono entrati nella rete Addmin delle Olimpiadi, poi lui si è tolto il casco e si è aperta la testa (Repubblica, via Fabbrone).




10/02/06


Olimpia Taurinorum - 1

Stefania Belmondo, mediante una batteria di Raudi, ha acceso la Marmitta Polini di Olimpia dando il via ai Giuochi della Ventesima Olimpiade invernale. La cerimonia d'apertura è stata l'apoteosi del kitsch: già dopo la prima ora c'erano gli estremi per definirla "talmente assurda da risultare sublime". Lo sledgehammer di Yuri Chechi (gli mancava solo la giacca con le lampadine) e Peter Ovadia Gabriel che, per simmetria, canta Imagine. La bambina che canta l'inno di Mameli facendo controtempi a casaccio, con un'irruzione della fanfara sul "poropò poropò poropoppoppoppoppò" talmente improvvisa da farmi temere, per un attimo, la mistica apparizione degli Eiffel 65 a cantare la sigla di Dragon Ball. L'ingresso delle nazionali accompagnato da "Celebrate good times come on" e "Burn baby burn disco inferno". La Gnocca Da Corsa Portabandiera coi tatuaggi finti delle Tartarughe Ninja sulla faccia. La fiaccola a DeZoltAlbarelloVanzettaFauner (che, se fossimo un paese civile, dovremmo imparare a memoria come ZoffCabriniScirea ZoffGentileCabriniScirea). Ciampi che ci mette quattordici minuti e trentasei secondi per dire "Dichiaro aperti i giochi della ventesima olimpiade invernale". E la batteria di Raudi. Una cerimonia lisergica.

Adesso, principiasi il culturale. Già domani ci giochiamo le prime possibilità di medaglia nelle prime due manche dello slittino singolo maschile, col detentore del titolo Armin Zöggeler. Per il resto ci sono un po' di finali in discipline dove siamo atavicamente scarsi (come combinata nordica, biathlon e salto - meglio non farci saltare, viste le ultime vicende), le tamarre del freestyle, una passeggiata di salute come i 5000 metri uomini di pattinaggio e la nazionale di hockey che prenderà sacre palate dal Canada (blame Canada). Insomma, o il buon Armin o ciccia.
EmmeBi, KataWeb Sport

[addendum: per seguire l'evento, a parte i soliti siti sportivi e quello ufficiale, consiglio:
- Inve in gita (alias "l'epopea di Cososhenko")
- Blogtown Torino 2006 (un po' blog, un po' aggregatore)
- The Torino 2006 Blog (di un norvegese che vive a Milano, uno sguardo esterno è sempre salutare)]

[addendum 2: no, la scheda di Rino Icardi no!]




08/02/06


Nosce te ipsum (chi?)

Ingannevole è l'impulso di autoperfezionamento sopra ogni cosa. Perchè ci si mette niente a passare dalla continua spinta a migliorarsi al perfezionismo fine a se stesso, dalla consapevolezza dei propri limiti al porsi obiettivi impraticabili per il genere umano, per arrivare a quel "sì-bravino-però-si-poteva-far-meglio" che accompagna qualunque risultato e che equivale, di fatto, a eterna frustrazione.




06/02/06


Convergenze parallele

Ieri pomeriggio ho casualmente intercettato [1] l'ennesima apparizione televisiva del Cav., facendo in tempo a sentire un'autentica perla di saggezza: causa e origine della persecuzione della magistratura nei suoi confronti fu, nel 1981, la trasmissione in diretta del leggendario Mundialito, dopo la quale arrivò la prima ondata di perquisizioni della Guardia di Finanza. Io ho sempre detto che il Mundialito era la causa di tutti i mali del mondo: devo dire che quest'identità di vedute con l'Unto mi turba un po'.

[1] E devo ancora spiegarmi cosa spinga un elettore di Rifondazione Comunista (non guardate me) a seguire con furore compulsivo Tg4 e imperversate presidenziali assortite. Spingitori di rifondaroli.




05/02/06


Elogio della superficialità

Diciamo di voler conoscere meglio qualcuno e il più delle volte finiamo con l'aprire un vaso di Pandora che andava lasciato ermeticamente chiuso.




01/02/06


Matrioska

Chi si è mangiato Pierluigi Diaco?
Wittgenstein (e spero per lui che non sia la risposta)