A furor di popolo (ognuno ha il furore che si merita), torniamo sulle sudate pagelle, mica come certa gente che non c'ha il fisico (il tutto in simpatia e in amicizia, Dave).
Giorgio Panariello: voto 4,5. Alla vigilia mi aspettavo un 3, temevo che esordisse con un "Si vede il marsupio?" e un sonoro rutto in Eurovisione. La mia paura era che fosse inutile e dannoso, invece si è limitato a essere semplicemente inutile. Per intere mezz'ore si è dato alla macchia, mentre nei periodi di presenza sul palco ha inanellato il record mondiale di battute consecutive senza risate del pubblico. Comunque, pensavo molto peggio. Decontaminato.
Ilary Blasi, voto 5+. Il + per la citazione di Patsy Kensit 1987, l'insufficienza per trucco e parrucco degni di Madame Tussaud e per la presenza scenica degna di un paracarro sulla Paullese. Granitica.
Victoria Cabello, voto 8,5. I knew it! Lo sapevo che sarebbe stata lei a reggere la baracca. Frizzi, lazzi, cazzi e mazzi, ecchissenefrega se ostentava un po' di accento british. Il punto più alto della serata, più che l'SMS del Papa: la lavagna tattica sul pubblico dell'Ariston. Fantasista.
Francesca Lancini: voto 8. Signoreonnipotentedelcieloedellaterra.
Marta Cecchetto: voto 6-. La signora Luca Toni riusciva decisamente meglio nella pubblicità dell'Aperol. Parente di Claudio?
Vanessa Hessler: voto 4. Gommosa è dire poco. Viene letteralmente massacrata da Victoria ("non ho mai avuto una Barbie così grande!"). Parente di Thomas?
Claudia Cedro: voto 6,5. Da Victoria's Secret con furore.
Nicky Nicolai: voto 5. La classe dell'anno scorso si è trasformata nell'acqua di un brano molle e privo di spunti, tant'è che l'unica cosa degna (?) di nota era il fianco largo della signora Di Battista. Rilassata.
Dolcenera: voto 7 alla canzone, voto 4 all'interpretazione. Il pezzo non è affatto male (anche se potrebbe intitolarsi "Tutti gli artifici retorici stracciacuore"), peccato che lei la deturpi sbraitando come una stracci-vendola. A un certo punto sembrava che stesse imitando Sandro Ciotti. Scusa Ameri.
John Travolta: voto 4. Sei un sòla. Non puoi metterti ad accennare i passi sia de La febbre del sabato sera sia di Pulp Fiction senza andare fino in fondo. E' un coitus interruptus. Va bene che c'hai un'età e poi ti salta la protesi all'anca, ma suvvia. Avariato.
Gigi Finizio e la classe III/E dell'ITC "Peppiniello Di Capua" di Scampia: voto 1. No, la denuncia sociale in salsa partenopea no. Veramente, non posso reggere. Specialmente se dietro a Finizio ci sono ventisette suonatori di bongo e una tizia con la pianola da braccio di Sandy Marton (cfr. Luthor). Didascalici.
Noa, Dino Fava & Mrs. Solis String Quartet: voto 5/6. Atmosfere sofisticate al servizio di un testo sponsorizzato dalla Neutro Roberts. Noa non capisce le parole e salta tutte le doppie. Tutto sommato, però, rasenta il gradevole. Essenziali.
Povia: voto 3. La copia noiosa dei bambini che fanno oh (che già era tutto fuorchè un capolavoro), inframezzata da gorgoglii piccioneschi. Probabilmente anche il testo è stato scritto da una cooperativa di piccioni che saltellavano su alcune macchine da scrivere. Chiù, chiù.
Ron: voto 6. Il buon Rosalino, liftato come un rovescio di Federer, piazza la solita canzone di Ron. In assoluto, dù palle, ma rispetto al resto del gruppo finisce per fare bella figura. Incontrista.
Simona Bencini: voto 4,5. Bene il tailleur pantalone, un po' meno il resto. Altro pezzo senz'anima, in cui la povera ex-Dirotta su Cuba sembrava più impegnata a smanettare sul volume del microfono. Asincrona.
Spagna: voto 3,5. Lontani sono i tempi delle tamarrate ottantine, quel che ci resta è solo un pugno di botox e l'ennesimo testo sulle persone-che-si-amano-ma-poi-si-fanno-del-male-però-non-possono-farne-a-meno. Argh. Pneumatica.
Sugarfree: voto 2. "Solo lei mi dà". Che cosa, non è dato sapere. Allusivi.
Mario Venuti: voto 6,5. L'uditorio si aspettava una immane rottura di palle, invece, pur non essendo ai livelli di "legami le mani legami con doppi nodi", si fa ascoltare piuttosto volentieri. Fine.
Alex Britti: voto 7. Britti è una garanzia. Testo insulso, musica gradevole, riff di chitarra a tutto spiano. Nothing more, nothing less. E il compitino, qui, basta e avanza. Secchione.
Luca Dirisio: voto 3. "Sparirò". Ecco, bravo, sparisci. Tu e la tua mise da Cavaliere del Sovrano Militare Ordine di Malta. Ospedaliero.
Anna Oxa: voto 5+. Dopo tutta la bagarre della vigilia (e il look della Oxa, e la Oxa che non dà il testo della canzone, e la Oxa che non si fa fotografare, e la Oxa che ha la canzone troppo lunga, e mio nonno in carriola con le mutande viola), ci tocca assistere alla bambina di The Ring che, accompagnata dal Coro delle Voci Bulgare di eliana memoria, annaspa cercando di far stare le duecentosettantaquattro sillabe per verso di Panella in sette decimi e mezzo. L'effetto complessivo non è totalmente negativo, ma sento troppa puzza di pretenziosità per poter dare una sufficienza. Molto rumore per nulla.
Anna Tatangelo: voto 3,5. Con un Mocio Vileda in testa, canta di un insostenibile pseudofemminismo da romanzo d'appendice. Harmony.
Nomadi: voto 6/7. Io odio i Nomadi. Non li sopporto e spero che vengano eliminati dalla faccia della Terra come la poliomielite o il cotone nell'ombelico. Però va dato loro atto di aver portato a Sanremo un ottimo brano, costruito con sapienza e mestiere. A Cesare quel ch'è di Cesare.
Zero Assoluto: voto 3. Sulla fiducia, perchè il loro pezzo era talmente inutile da essere l'unico di cui non mi ricordi una singola nota. A scomparsa.
Gianluca Grignani: voto 4. E' come Ron, la solita canzone di Gianluca Grignani. Solo che mi ha stufato da tempo immemore. E basta con queste arie da maledetto: non basta la barbetta sfatta e la ferraglia alle orecchie per essere un ribelle, ci vuole tutta un'untuosità che gli manca. Friol.
Michele Zarrillo: voto 3+. Il + per l'eccellente forma fisica, peccato che la canzone sia il solito polpettone neo(?)melodico già sentito in tutte le salse, e questa salsa è tra le più insipide. Bad chili.
I giovani: voto 4 (a matita). Trenta secondi di canzone non sono sufficienti per valutare pezzo e interpretazione, ma il livello medio è sembrato basso come al solito. I pronostici della vigilia sembrerebbero essere rispettati in pieno, dato che gli unici due pezzi decenti sembravano quelli di Cristicchi e di Ivan Segreto. Spoilerati.
Le nazionali di curling: voto 8 a prescindere, voto 2 a chi ha scelto di piazzare la loro ospitata a mezzanotte e mezza (per far passare insensibilmente il pubblico fra le braccia di Morfeo). Retornaz for president.
La giuria demoscopica: voto 5/6. Alcune sconcezze (Zarrillo primo), alcune sconcezze evitate (Povia non primo), alcune cose azzeccate (i Nomadi primi). Abbiamo assistito a giurie ben più dannose. Cauti.
La serata: voto 4,5. Noia, maledetta noia. Va bene, e Bonolis è saccente, e il buonismo peloso, ed Er Penombra, e il Senso della vita è inguardabile, e il faiunpassoindietroevergognati, ma il confronto fra il suo Sanremo e quello di Panariello rasenta l'imbarazzante. Pendula.