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...in procinto. |
blog & the city |
Il giallino del mese |
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30/09/04
:: by :: mae*
colori profumati
Odio quando le commesse si comportano come quella di ieri al Body Shop di Corso Buenos Aires. Lo odio perché mi sento a disagio e non so reagire. Non mi riferisco a quelle che gentilmente chiedono e poi si dissolvono nell’aria, ma a quelle che ti assalgono appena entri con quella malcelata ansia che tradisce la paura che tu possa combinare qualche danno e poi, come segugi, non ti mollano più. A prima vista posso sembrare pure una ragazzina (e come ero vestita non aiutava), ma diamine guardami in faccia, potrei comprarti tutto il negozio, se solo non ne avessi già metà a casa. E poi, suvvia, con questa faccia non generavo catastrofi manco a vent’anni.
"Posso aiutarla", "Ecco, sì, mi servirebbe una matita marrone". E’ inutile che cerchi di liquidarmi in fretta, lo sai benissimo che nessuno entra qui dentro con un preciso scopo, non uno solo almeno. Entrare da Body Shop è un po’ come entrare in pasticceria: è un’esperienza sensoriale. Sai che prenderai solo una brioche, ma che importa, non rinuncerai a guardarti intorno e a gustare con gli occhi ogni articolo. Se dovessi trovare, poi, quella cosa che ancora non hai provato, sarebbe solo un pretesto in più per dirigersi verso la cassa senza vergognarsi un po'.
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:: by :: lisagialla
disperazione
c'è qualche javista gentile là fuori?
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:: by :: Leibniz*
Epilogo (e saluti)
Oggi è l'ultimo giorno di scuola per il giallino del mese, poi Leibniz tornerà sotto la sua parrucca avvolto dall'arancione sostanziale del suo blog. Siccome è stato un bel mese, qui nel Microbloggiallo, è il caso di salutare lasciando un omaggio a tutti gli abitanti del tempio che hanno postato in questo settembre.
A Jason la facoltà di scegliere tra due diverse versioni di Gwen Stacy: ma una è meglio dell'altra. Naturalmente l'eroina ha i capelli biondi e questo ci ricorda che il regalo per Morgan è proprio il saggio di Joanna Pitman sulle bionde. Mentre per lo Zurlì proposto da Karen Leibniz manda una borsa che farà pendant con il locale prescelto. A Moni, per le future proiezioni, una seggiola che dovrebbe fare alla bisogna.
Per Superbimba, che in questo mese è stata contraddistinta da un mood piuttosto musicale (e che si è anche manifestata via cellulare), andrà bene questo.
Infine a Lisagialla, quando libererà dalla schiavitù del sushaio il povero coinquilino, un paio di qualche cosa con le ali per fare una discreta figura in qualche locale, o durante il fantamercato di gennaio, o ancora su reality-shoe.
Grazie dell'ospitalità.
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:: by :: moni
lo sapevo! lo sapevo!
sta arrivando l'ottobrata, lo sento.
[si toglie la t-shirt manica lunga e resta in toppino]
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29/09/04
:: by :: morgan
Gentlemen prefer blondes
Preferibilmente con gli occhi azzurri. In fondo, in un paese che ha inventato la Barbie, la poverina non avrebbe potuto fare altrimenti. Con due o tre ritocchi, il gioco è fatto.
È sconcertante scoprire come per metà della vita sia possibile essere bruna, rotondetta e con gli occhi neri, e per l'altra metà bionda, skinny e con gli occhi inequivocabilmente azzurri.
Mi chiedevo...sono ancora in tempo?
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:: by :: Leibniz*
ALFABETO PULCINO - 3
COLLOQUI
Il mio sogno è nutrito d'abbandono,
di rimpianto. Non amo che le rose
che non colsi. Non amo che le cose
che potevano essere e non sono
state... Vedo la case, ecco le rose
del bel giardino di vent'anni or sono!
(Guido Gozzano, mancato coglitore di rose - I Colloqui)
IGUANA (con la Y)
Locale high-tech dove l’aperitivo è un must. Il pubblico? Giovane e sul fighetto andante. Il servizio? Diciamo che la cortesia non è di casa. Dress code: magliettina corta con vista sull’ombelico per lei, camicia griffata per lui, per entrambi jeans all’ultima moda.
(Locale da aperitivo all'aperto - MyMi, portale dedicato al Milano style)
MILANO
Non credete a chi dice di odiare Milano. Se è una persona al di sotto dei 37 anni, mente. Se è una persona normale al di sopra dei 40, è frustrata perché ancora non ha messo da parte abbastanza soldi per andare a fare un cazzo tra le colline toscane. Tra i 37 e i 40 uno può anche crogiolarsi nell'indecisione.
(Camilla Vittorini, aspirante chick-writer - Qualcosa bolle in città)
TEATRO
- Mr. Fennyman, lasciate che vi spieghi come funziona il teatro. La sua condizione naturale è una serie di insormontabili ostacoli sulla via di una imminente catastrofe.
- E cosa possiamo fare?
- Niente. Stranamente si sistema tutto.
- E come?
- Non lo so, è un mistero.
(Tom Stoppard, commediografo shakespeariano - Shakespeare in Love)
[3 - FINE]
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:: by :: SuperBimba
Quasi come se non ci fosse che
Ma sono solo io che, tutti gli anni in questo giorno, canto ossessivamente la stessa, vecchia canzone?
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28/09/04
:: by :: lisagialla
le faremo sapere
il mio secondo lavoro è cercare lavoro. se in tutti questi mesi avessi mantenuto costanti puntiglio e ironia ne sarebbero usciti post da blogstar, invece ho solo preso confidenza con un paio di tram e qualche stradone. oggi pomeriggio, per esempio, ho camminato lungo tutta la striscia arroventata di asfalto sul limite inferiore della cartina e sono arrivata un po' in anticipo. caffé al bar di fianco, com'è naturale.
il posto è grigio e giallo e suona subito familiare, le prime note di roxanne e gli occhi grandi azzurri del barista. sorrido e mando sms. dopo cinque minuti cantiamo in coro I can't stand losing you. rido.
lì ho capito che la giornata poteva riservare ancora belle sorprese. e la signora col sacchetto del mistrà varnelli in metropolitana, beh, perdonata.
[adesso posso andare a casa?]
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:: by :: SuperBimba
Coiffage extrême
Ma io mi chiedo: perché perdere tempo e denaro nell'acquisto di prodotti styling out of bed quando basta svegliarsi alle cinque del mattino e (dopo aver sognato che in una stanza piena di vermetti rimbalzanti i quali poi si trasformano in pipistrelli nudi la tua collega non proprio del cuore ti confessa di essersi fidanzata con l'uomo protagonista delle tue fantasie) guardarti allo specchio per scoprire che ti è spuntato un terribile brufolo sulla guancia? L'effetto spaventato/spettinato del capello corto è perfetto. A quel punto è quasi piacevole infilarsi in tangenziale e sembra buono persino il tè della macchinetta.
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27/09/04
:: by :: Leibniz*
La verità è nell'occhio di chi guarda
Deve essere colpa di questo blog se Leibniz ha cominciato a pensare a Quentin Tarantino che, durante le riprese di Kill Bill, dirigeva gli attori vestendosi in maniera diversa a seconda dalla scena del ciak: kimono, abito da infermiere, ecc... Poi c'è questa'altra storia, cioè quella di un artista inglese che sconta del 25 per cento le sue opere se i visitatori si spogliano completamente per ammirarle. Dice che serve per entrare in contatto con l'opera. In fondo se con l'arte cerchi la verità, la nuda verità, magari ha ragione lui. Quasi una conferma di quanto diceva Kevin Spacey in «Mezzanotte nel giardino del bene e del male», regia di Clint Eastwood:
La verità nello sport, come nell'arte, sta nell'occhio di chi guarda. Tu credi a quello che vuoi, io credo a quello che so.
Eppure la cosa di impersonarsi andava anche un centinaio di anni fa. I futuristi, per esempio. Nelle cene a tema si gustava l'aerovivanda, un cibo tattile: con la mano destra si mangiavano frutti e verdura, mentre con la sinistra si accarezzava una tavola di carta vetrata, velluto, seta, che creava impressioni e sensazioni di movimento. Oggi la carta vetrata la mangi direttamente nel piatto, se la tua ragazza cucina male.
Eppure questa cosa dell'esperienza completa non cessa di attrarre. Più o meno come quando in "Pretty Woman" Richard Gere beveva un caffè mentre guardava Julia Roberts fare shopping. Quella sì che era un'esperienza completa. O come quando vai a fare la spesa lungo il lago di Como e il cielo ti ripaga della sfortuna di essere l'unica a guidare una Fiat facendoti trovare in auto George Clooney (anche se sudato). Se non altro l'auto ha i sedili regolabili in 32 posizioni.
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26/09/04
:: by :: lisagialla
disillusioni
ho sempre pensato che cucinare fosse il mio modo di esprimere fantasia, creatività, addirittura sensibilità artistica. passo la giornata a scrivere xml, cercate di capirmi. il risultato è che adesso proprio non so come giustificare l'entusiasmo smodato con cui ho accolto la scoperta - via pensieri oziosi - di questa meraviglia.
potrei consolarmi con un'insalata di radicchio e mele, per esempio. uno, pulire, tagliare. uno, sbucciare, tagliare. mischiare e condire. argh.
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25/09/04
:: by :: SuperBimba
Winter, spring, summer or fall
Cena con amica, argomento di discussione gli uomini del capricorno. Io a questa cosa dei segni zodiacali non ci credo. Ma al grosso problema rappresentato dagli uomini del capricorno sì.
Dopocena con amico storico, praticamente fratello, freschissimo single di ritorno[1]. Idiozie a raffica nel gelo mortale di piazza Vetra[2]. Ogni tanto lui si illumina. Prima quando gli dico che Mr.Big non esiste più[3]. Poi perché ha un'idea. ho un amico da presentarti. il mio collega. è abbastanza... ehm, uh, SPARPAGLIATO da piacerti.
Quando torno a casa, nel cuorissimo della notte, passo un'ora a chiedere consigli sentimentali via sms a un ventunenne davanti a una camomilla/menta.
[1] ma tu mi avresti impedito di sposarmi? no, tesoro, impedito no, perché in Italia non si fa come nei film americani, nessuno ti chiede di parlare ora o tacere per sempre. Impedito no, anche perché ho sempre pensato che quella storia non mi piaceva e non te l'ho mai detto e come sapevi che che quella storia non mi piaceva e non te lo dicevo, sapevi anche che non sarei stata contenta di quelle nozze via ultimatum e che non te l'avrei detto. E sai perché non l'ho mai voluta frequentare? Perché eri innamoratissimo e lei ci avrebbe messo dodici secondi a demolirmi ai tuoi occhi. E lo so che non le è mai piaciuto sapermi reale, ma lontana e indefinibile. Inafferrabile.
[2] i tavolini fuori sono finiti, signori proprietari di locali a Milano: prima delle diciotto è estate. Dopo le diciotto è autunno. Dopo mezzanotte è inverno.
[3] beh.
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24/09/04
:: by :: lisagialla
protagonisti
ai tempi del ginnasio la mamma un giorno decise che era arrivato il momento di iscrivermi a una scuola di teatro. ora, i disgraziati che hanno tentato di giocare con me a XXXX [1] possono riuscire ad avere un'idea
a) del mio entusiasmo
b) del successo della mia partecipazione.
agli sfortunati assenti dico solo che non ho fatto rimpiangere le televendite di cristina plevani, e senza bisogno di piangere. fatto sta che in una delle prime lezioni il maestro ci chiese di rappresentare il nostro modo di leggere un giornale. in due parole: l'apocalisse.
perché funziona più o meno così: fresco di stampa, vado a colpo sicuro sulle due o tre rubriche preferite - che so, la posta del cuore della aspesi - che sono ancora per strada e sbatto contro passanti e lampioni. poi, sul divano, procedo a una panoramica di massima, con pochi istintivi approfondimenti, e guardo le figure, ove presenti. la pubblicazione passa quindi sul comodino - è a letto che leggo i pezzi più impegnativi - e poi in bagno, per il fine lavoro di cesello su trafiletti, didascalie, lunghe interviste a gente che non sopporto ma con tempo di lettura previsto: 10 minuti: proprio quello di cui ho bisogno per espletare l'urgenza.
senza nessuna ragione apparente, quindi, stamattina ho cominciato a leggere vanity fair dalla prima pagina, figure comprese, dritta dritta fino a pagina dodici: la vostra posta.
fatto?
bene. io l'ho riconosciuta alla terza riga.
[1] nessuno - tra quelli a cui l'ho chiesto - è riuscito a ricordarsi il nome del gioco da tavola in cui bisognava dire delle cose con l'aria di voler dire tutt'altro. di conseguenza, il campo sarà popolato non appena un cialtrone a casa verrà a capo dell'arcano.
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:: by :: SuperBimba
Pensa se domani fosse un giorno eccezionale
Nonostante tutto quello che accade in questo universo, la vita continua a stupirmi. Per esempio, quando nel giro di dieci minuti becco in tre radio diverse la stessa (bellissima) vecchia canzone degli EarthWind&Fire. Quando scopro che riesco ancora a infuriarmi con le commesse che sostengono che un articolo non c'è più, perché l'ultimo è in vetrina (e quello esposto cos'è, finto? svegliati, stronza, spoglia il manichino e mollami quella giacca, non mi riconosci al primo sguardo? sono una potenziale magnifica cliente spendacciona).
Oppure quando mi accorgo, in mezzo alla folla della redazione che festeggia il matrimonio di un collega, che sto calpestando un nastrino bianco. E che quel nastrino bianco è, udite udite, una spallina del mio reggiseno che si è staccata (sic) ed è misteriosamente scivolata attraverso i meandri della mia camicetta. Il resto è nonchalance e prestidigitazione.
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22/09/04
:: by :: Leibniz*
ALFABETO PULCINO - 2
NOTTE BIANCA
Maratona romana notturna durante la quale gran parte degli eventi è gratuito. Solitamente mobilita tra il milione e mezzo e i due milioni di persone. Che finiscono tutte a passeggiare per vetrine (chiuse) su via del Corso.
(Vox Populi, vox dei - Roma)
SINGLE
Mio padre se ne andò di casa che avevo otto anni. Mi dise solo: Divertiti e resta single. Avevo otto anni.
(Campbell Scott, attore marginale - Singles di Cameron Crowe)
SOAP-OPERA
Gente vera che interpreta gente finta e con problemi inventati a uso e consumo di gente vera che la guarda per dimenticare i problemi veri.
(Chuck Palahniuk, aedo e adone - Soffocare)
UOMINI/1
Il tanga è un orrore sia sugli uomini che sulle donne! Ma con l'attuale glorificazione del look "pappone e squillo" dovremmo sorprenderci del suo ritorno?
(Glenn O'Brien, grande - Vanity Fair)
UOMINI/2
Regola di Casa C.: gli uomini sono tutti siciliani.
(SuperBimba, blogger e interprete musicale)
WEB
Tra un artista come Kounelis e uno come Warhol c'è la stessa differenza che c'è tra la Treccani e Google. Nella Treccani c'è molto, ma in Google c'è tutto.
(Francesco Bonami, critico d'arte e allegorista - Vanity Fair)
[2. continua...]
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21/09/04
:: by :: SuperBimba
Abbassare l'asta
Le persone attorno a me soffrono di un certo soggettivo digital divide e con l'occhio a fessura da miope concentrato guardano il monitor, mentre con la mano destra cercano il mouse a tastoni, quindi lo muovono con la precisione cieca da giocatori di pachinko. Mi scopro così banalmente affascinata dall'uomo con le mani nervose che perlomeno si sposta usando con perizia l'alt+tab e il ctrl+shift.
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:: by :: moni
barbara!! barbara!!
visibilmente provata dall'intraprendenza del suo corteggiatore, che urlava il suo nome ogni volta che lei si permetteva di entrare in sala senza di lui (e alla proiezione notturna di Orgasmo... ha ovviamente raggiunto il top, rincorrendola -lei abito da sera , scialle e pochette- in tuta e bicchiere alla mano!), ecco la bouchet, in tutto il suo splendore e, decisamente, ...ignara.
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:: by :: lisagialla
singles\3
married with singles
sta bene in coppia, intendiamoci. ci si è trovata - forse un po' in anticipo sui suoi piani - e serenamente ha deciso di rimanere. la conforta sapere che nessuna doppia punta potrà mai rovinare una relazione; trova rilassante, prima di dormire, parlare un'ora del colore\per ridipingere il soffitto e pure andare in centro con la bicicletta\la bicicletta trallallerullà. è felice, come da copione, anche se manca all'appello tutto quel mucchio di peccati.
la verità - confessa - è che stare da sola le piaceva. magari alla lunga sarebbe anche lei degenerata in una blogcategoria socioantropologica d'accatto però le lunghe passeggiate meditative, le cene dimenticate, i fanghi guam, i sabati fino al lunedì, l'insonnia combattuta a luce accesa: istanti irrinunciabili. eh? pare vero.
la verità è che il mondo, ma che dico il mondo, gli uomini hanno ancora bisogno di lei. la regina del flirt scanzonato, quella che non ha falsi pudori - e pochi pure di quelli veri - ma non dice [quasi] mai fino a che punto sta scherzando. uomini, gliene sono piaciuti sempre tanti. con qualcuno è pure rimasta amica. così, per non perdersi di vista nel frattempo. nei limiti della [sue] ragionevolezza, si adopera in un fitto equilibrismo di impegni di coppia e serate tra ragazze a spostare di qua e di là il confine della malizia. in certi casi la situazione può scappare di mano, ma mai troppo: l'amante non è accessorio che si addica alla single, ancorché sposata.
[...]
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:: by :: lisagialla
singles\2
come me nessuno mai
riccardo è alto, luca basso, mariotto ha occhiali spessi, sergio i denti storti. lei, dal canto suo, è sempre stata un po' più carina, un po' più spigliata, un po' più emancipata della media. la vengono a cercare in classe dalle seconde e dalle terze; in centro arriva sempre con la sua macchina, i suoi tacchi, la sue dame di compagnia come antifurto. stefano è un po' moscetto, paolo si dà troppe arie, nicola gira solo in bicicletta. esce con tutti, prima o poi, e quelli cadono a domino davanti alla sua porta. alle amiche tocca l'ingrato compito di organizzare il giro telefonico di spiegazioni e provare a rimediare qualcosa dagli scarti.
francesco ha le occhiaie, maurizio è pallidino e quella di simone pare proprio forfora. alta, aromatizzata dior, così magra anche sul finire dell'inverno che non serve neppure come guardaroba di riserva. non bastasse, di solito ha piedi enormi. carlo lavora troppo, giovanni è vecchio, antonio un irrecuperabile bambinone. invitata alle feste di ogni facoltà, all'ingresso di qualunque locale e' un lasciapassare valido, buono per una decina di consumazioni. più problematico recuperarla all'uscita.
alessandro è come un fratello, luca è cicciotto, per non parlare poi di emilio, calvo. bronzea, forse un po' spiegazzata, presiede il tavolo delle amiche ai matrimoni dispensando consigli sulla valigia più funzionale per quella luna di miele così esotica - un poco cheap, ormai, invero - che gli sposi si sono fatti regalare. il similtotti a fianco beve, annuisce e beve. angelo è tirchio, massimo è pigro, roberto cialtroneggia. meno frequente incontrarala ai battesimi, di solito accompagnata da un carloconti mogio. riscuote un certo successo tra le bambine, abbacinate dal luccichìo; le mamme la guardano, per la prima volta senza invidia, riconoscono la marca del coprioacchiaie da lontano e decidono di provarne un altro.
matteo vive ancora coi suoi, fabio è divorziato, filippo ha figli. la perdono quasi tutti di vista, ride un po' stridula alle cene di classe. è sola, la data di nascita stampata sulle ginocchia.
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:: by :: lisagialla
singles\1
the date formerly known as prince
a quattro anni l'amichetto dell'asilo l'ha fatta girare sulla giostra a warp9 per poi allontanarsi con la solita bambolina bionda mentre lei vomitava centrifuga. al liceo faceva versioni per un esercito e si illudeva per un come va? di cortesia infilato nella telefonata di recupero del belloccio scriteriato. usque tandem, appunto. ha perso la verginità a diciotto anni col fratello maggiore della migliore amica; lui partiva militare il giorno successivo, è tornato dopo un anno al braccio di una fanciulla tarantina, incinta.
incastrata nel paradosso degli uomini che sono tutti mascalzoni, certo, ma poi i giochi di sguardi, il brillocco, l'abito bianco, il casolare in toscana e i pargoli prodigio, vuoi mettere? le cose semplici, i valori veri. il passaggio di livello a Signora è traguardo degno di ogni sacrificio, e infatti niente le viene risparmiato: brasiliane a febbraio per un trekking in nepal, french manicure con la tisana del buon mattino, tinta in posa ogni tredici giorni mentre con una mano stira il risotto e con l'altra manteca il negligé. oh, insomma.
è l'idolo incontrastato di mamme, nonne, zie e persino di qualche sorella; temutissima invece alle cene tra amiche, si ostina a fremere per un nonnulla di stronzo [no I never felt like this before\yes I swear\it's the truth\and I owe it all to you] fino e oltre il compimento del trentesimo anno. poi una mattina si sveglia, scopre che il giovanissimo corteggiatore che coltiva da mesi sta per partire militare, cortocircuita e decide che non ne può più. che gli unici uomini degni di tanto afflato sono il papà e just jack. da allora in società al comparire di qualsivoglia figuro - pure all'orizzonte della più innocua conversazione - sfoggia il suo sguardo più straziato e scuote la testa in risolto compatimento. lei sa, lei adesso ha imparato. ne ha guadagnato un abbonamento a teatro, uno spasimante concreto col cuore a pezzi, pigiami di flanella e un cane che si fa chiamare tootsie.
[...]
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20/09/04
:: by :: moni
quentin quiz&story
lo so, vi ho lasciato a bocca asciutta sul mio resoconto veneziano.
ma dire che il mio ufficio fosse un inferno al ritorno e' piu' che un eufemismo.
in piu', ben prima dell'alba della Notte Bianca, ho anche visto un paio di albe di Linate e tramonti di Fiumicino (con relative escursioni termiche di 8-10 gradi e stupore da cambio di stagione avanzato).
immaginate tutto questo dopo 27 film in meno di 6 giorni, una totale distorsione spazio-temporale e tre ore di sonno a notte, che per me si traducono in una sensazione di benessere assoluto da "non portatemi via dal paese dei balocchi!!"
ad ogni modo, meglio tardi che mai. e per farmi perdonare trovate piu' sotto il quiz piu' trendy del pre-autunno.
premessa doverosa: lo so, ero partita con altri obiettivi.
i due pero' erano entrambi scompagnati e non c'era molto gusto... ;)
solo due appunti:
Stefano Accorsi e' ormai in stato avanzato di decomposizione mistico-castatica (gli e' rimasto giusto un filo di voce, ormai post-orgasmica)
Johnny Depp e' invece intoccabile perche' ultraterreno. e' l'essenza pura del divismo. ti viene paura di sciuparlo avvicinandoti. persino i giornalisti in conferenza stampa apparivano intimoriti dalla sua presenza. e' come se solo guardandoti negli occhi ti dicesse "voi mi avete creato, ma in realta' questo e' solo un lavoro per me. come voi quando andate a casa maledite gli attori che intervistate, cosi' a me frega veramente poco in realta' di tutto questo baraccone. e sono cosi' sereno da potervelo anche dire in faccia". sul giudizio fisico -bava- mi censuro, sono una signora e voi avrete gia' capito.
il vero mattatore del festival per l'appunto 'e stato invece lui: quentin -lerch- tarantino.
si', e' molto ingrassato.
si', probabilmente beve parecchio.
si', era accompagnato da una bionda cavallona texana dai vestiti improbabili.
e si', abbiamo visto un film seduti vicini.
insomma... vi pare possibile che ci sia tarantino in una sala cinematografica e nessuno gli si sieda vicino?
ho scoperto che in certi momenti - quelli veramente topici insomma- la mia indecisione evapora nel nulla!
ebbene, quentin che guarda un film e' gia' uno spettacolo di per se'. partecipa molto al film, e sopratutto ride ride ride di gusto.
il film, tra l'altro, non era neanche quel che si dice un film comico (anche se c'era Beat Takeshi tra gli attori), ma lui rideva continuamente: rideva per un'inquadratura, rideva per un suono, rideva perche' amava quello che vedeva come un bambino che guarda i suoi cartoni preferiti.
momento di suspence: dopo 5 minuti di film comincio a sentirmi il suo sguardo addosso. mmmhhh penso di avere una allucinazione, che non e' possibile, che non c'e' motivo per il quale debba guardarmi. poi alla terza volta mi giro e lui mi stava proprio guardando.... perche' cercava qualcuno con cui condividere le sue risate!
cosi' e' cominciato questo gioco di gomitate tra amiconi -fuck, shit, god- fino ad una scena un po' truculenta in cui io ho portato instintivamente una mano alla bocca e mr quentin ha ben pensato di farmi il verso imitandomi come se fossi una dama dell'ottocento spaurita!! a me, capito.....?!?! ;)
a parte questo felice incontro, quentin ha veramente imperversato ovunque al festival.
mai prima di mezzogiorno certo, spesso a notte fonda, con una banda di amici chiassosi da una sala all'altra e da un cocktail all'altro. bicchiere in mano, risata grassa e voce squillante, pronto a rispondere con un thank you mana tutti i cinefili che balbettavano la loro gratitudine.
Ed ora veniamo al quiz: il suo sport preferito e' stato rincorrere ovunque (l'ho sentito con le mie orecchie urlare drammaticamente il suo nome mentre lei entrava in sala senza di lui!) una persona, di sesso femminile, di cui si e' proclamato innamorato (e se avete letto i giornali in quei giorni se ne e' parlato parecchio...) e che, nella foto, e' seduta alla sua destra: avete indovinato?
a domani la soluzione, gente.
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:: by :: moni
Appunti da una Notte Bianca
- le lacrime trattenute al concerto di Morricone (inchino) fino all'inevitabile scoppio con "C'era una volta in America", in sync con l'attempato signore che mi era accanto.
- l'atmosfera da Capodanno senza il freddo, l'agitazione alcoolica e il divertimento a tutti i costi
- le statue da toccare dei mercati di Traiano
- l'Eneide a Massenzio
- la scoperta estasiata della Centrale Montemartini, sculture antiche tra l'odore pungente dell'olio da motore
- il Ghetto silenzioso
- Campo de Fiori e i giocolieri in bicicletta
- la felicita' sui volti della gente
- la strana compagnia: amici di sempre, paesani e amici del mare incontrati per caso, un interlocutore di lavoro che non avevo riconosciuto in abiti "normali", il mio ex fidanzato storico -spuntato ancora non so bene come- e un vortice di sensazioni inspiegabili
- il freddo pungente in motorino verso il gianicolo
- l'alba con l'orchestra in smoking e roma sotto, a meta' tra un acquerello e un paessaggio lunare
- un signore alla fermata del tram che mi chiede se sto andando anch'io al lavoro. ehm no..."io veramente sto andando a dormire!"
- il ritorno a casa con il viso schiacciato contro i vetri del tram per assorbire tutta la luce di un'ora che solitamente non conosco
- la discesa anticipata per girovagare con un sorriso ebete tra la gente di porta portese
- un cappuccino decaffeinato. e il barista ha gia' capito tutto.
- passi lentissimi, le chiavi di casa. le otto di mattina.
buonanotte.
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:: by :: karen
Ehi..
ma come mai questo silenzio alla luce di questo, di cui qui si scrive? [Non saremo mica diventati troppo 'snob'] :)
P.S. Sono anni che le Miss sono brune, quest'anno che mi sono scurita i capelli vince una Bionda!
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17/09/04
:: by :: karen
Si potrebbe organizzare..
un zurlì qui!
Buon Week End
Karen
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:: by :: lisagialla
maestrino mica per caso
sulla chiacchierata questione della singletudine, finalmente il post definitivo.
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16/09/04
:: by :: karen
punti deboli..
ognuno ha i suoi, io ancora adesso mi commuovo con questo e non so se il caso di vedere questo!
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:: by :: SuperBimba
Playlist
La mia playlist di questo pomeriggio meravigliosamente settembrino all'insegna del dolce far niente è talmente farneticante che non posso fare a meno di postarvela:
Air - Cherry blossom girl
Al Martino - Love is blue
Alberto Fortis - Settembre
Billy Bragg - Greetings to the new brunette
Elton John - In neon
Keane - Everybody's changing
La mandrágora - Pongamos que hablo de Madrid
Lenny Kravitz - Believe
Ohm Guru - Please please please
Pooh - Per te domani
Prezioso - In my mind
Robbie Williams - Sexed up
The Beatles - Strawberry fields forever
The Shirelles - Will you still love me tomorrow
Vanessa Paradis - Sunday mondays
Et voilà.
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:: by :: SuperBimba
Le massime di casa C.
Casa C. si trova in un remoto quartiere occidentale di Roma. E' enorme, certo lontanissima dalla civiltà, ma accogliente. Giardini, terrazze, bambini che giocano: sembra di essere catapultati misteriosamente dall'Aurelia in un Club Med. A Casa C. ognuno è il benvenuto. Casa C., però, ha regole ferree per la più piccola coinquilina, che ha solo diciannove anni ed è incidentalmente la sorella (di molto) minore della padrona di casa. Le regole di Casa C. sono stampate su un foglio appeso in cucina. A me piace molto la numero otto:
ricorda: gli uomini sono tutti siciliani.
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:: by :: lisagialla
so what are you doing here in seattle?
di joey ho visto solo la prima versione del season premiere, con la vicina di casa - tracolla tra le tette - che doveva essere eliminata e poi invece [pare, ma non ho l'esperto sottomano] è stata richiamata in fretta e furia. come si può fare a meno, infatti, di un personaggio di insondabili profondità, prevalentemente biondo, che in tutto il pilot arriva a dire forse tre batutte, nessuna delle quali divertente. magari non le era neanche richiesto: lei è lì a fare la corporate lawyer, quella seria del gruppo. purtuttavia, da quell'esordio la serie mi è sembrata potenzialmente ben congegnata, pochi i rimandi nostalgici e delizioso il giovane rocket scientist - ho un debole per la categoria - che fa perdonare la dinamica di coinquilinato non proprio originalissima.
frasier for dummies, si dice in giro. io ci andrei un po' più cauta. ma forse è soltanto che sono arrivata [quasi, quasi, quasi mio dio!] alla fine della terza stagione di cheers. e non sto nella pelle.
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:: by :: Leibniz*
Feste, farina e forca
BO-BO
E' quella del bourgeois bohèmienne: casa borghese, molti libri, famiglia tra l'intellettuale e il politico. Passano in secondo piano i superalcolici e la birra, c'è sempre una bottiglia di vino bianco nel secchiello del ghiaccio. Acqua rigorosamente naturale. Ci si serve da soli da un grande tavolo, dove non manca mai un gran piatto di cous-cous. Si parla generalmente di aneddoti capitati di recente, finché qualcuno non comincia a parlare male degli assenti.
DA PR
In questo tipo di feste si è sempre amici di un amico del festeggiato. E' lui, coinvolgente e gentile, ad averci invitato con la solita frase: "Porta qualcuno, poi dimmi quanti siete che ti metto in lista". Di solito si svolgono dentro a un locale, non si paga, ma si ha diritto a un solo drink. Chi vi invita ricorderà a memoria per tutta la sera il nome degli amici che avete portato (e che non conosceva fino a un secondo prima) e li presenterà puntigliosamente agli altri invitati. Probabile che a metà serata qualcuno venga da voi dicendo: "Ciao, so che hai un blog da 19 mesi, che sei stato il giallino di settembre e che hai avuto il congelatore rotto per tutta l'estate".
INFORMALE
Di solito è una cena, cui partecipano massimo 10 persone. Si ricevono gli ospiti in jeans. Di solito si cucina, si beve un bicchiere di vino e si fa conversazione nel medesimo istante. Il clima è amichevole, gli invitati portano una bottiglia di vino rosso, o un dolce. Chi fuma finisce in terrazzo o alla finestra, probabilmente sarà il primo a lasciare la casa.
PAPARAZZI-STYLE
Sono le feste dei presenzialisti. Si va per non far capire che si è socialmente deceduti. Si incontrano persone che non si frequenterebbero mai, ma che si salutano in genere come se avessero vinto la finale di Miss Italia: abbracci e lacrime. Si beve champagne e si mangia finger-food (oppure la variante coi cucchiaini). L'unico discorso che pronunceremo sarà quello che racconta di cosa stiamo facendo, cosa abbiamo fatto e cosa abbiamo rifiutato nel mondo del lavoro.
PARROCCHIALE
E' la festa di quella lobby trasversale che Leibniz ha ribattezzato «della Coca Cola calda». Il 98 per cento dei partecipanti ha slip bianchi, non fuma e conosce gli altri da sempre. Si svolgono a casa del festeggiato che, anche a 32 anni, ha provveduto a mandare i genitori fuori a cena (e poi al cinema) perché non tornino subito. Immancabili i panini al salame e burro, introvabile una sola bottiglia di birra. Coca Cola e Fanta di solito sono a temperatura ambiente, ma tutti fanno finta che sia una cosa normale.
DEI BAMBINI
Sono quelle dove si accompagnano figli e nipoti. Sono organizzate da madri scaltrissime che fanno togliere le scarpe ai bimbi e li deportano a giocare in una stanza piena di tappeti. Il buffet è a base di panini al prosciutto cotto (precedentemente passato al frullatore, almeno 12 volte, in modo che nessuno si strozzi), mancano completamente le bibite gassate e le cose da mangiare sono divise in base alle diverse intolleranze alimentari. La torta non è mai al cioccolato, e ad ogni modo viene prevista sempre una seconda alternativa per rispondere ai gusti degli invitati. Il festeggiato vedrà distruggere dagli altri il 35 per cento dei suoi regali.
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15/09/04
:: by :: nush
potrebbe essere una soluzione
...non fosse che non sono propriamente un genio della matematica
Ma del resto pur di non star piu' qui a sporconare calcolando ore legali e solari e recupero dati.
Qualche programmatore che ha avuto a che fare con il cambio dell'ora e raccolte dati da criceti elettrici ignoranti mi può fare pat-pat? Ne avrei giusto bisogno.
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:: by :: SuperBimba
Coprimi stasera, la rugiada
Rubo il computer a un neocollega (blogger amico di blogger) per dirvi che sono viva e che ho sorriso, in questi giorni. Prima con i soliti scappati di casa a mettere a punto il nostro format di reality shoe (ho scritto davvero reality shoe?). E' il grande fratello al contrario, quello in cui siamo sempre chiusi fuori dalla casa e vaghiamo senza meta, non potendo mai rientrare, a volte perché la casa non ce l'abbiamo, a volte perché lasciamo da soli in casa uno scappato e una scappata, ma tanto non ce la possono fare e non combinano nulla. Noi, intanto, scappiamo di notte in scooter e portiamo bambini innocenti e infreddoliti sul Gianicolo a vedere albe, ma di corsa, ci perdiamo poi ci ritroviamo e cantiamo a squarciagola le canzoni di Tiziano Ferro, che ci scappa da ridere. Mangiamo cose impossibili a orari impossibili e finiamo con degli improponibili sabini nel marmoreo tempio della gioventù fascistissima alla ricerca del perfetto piccolo balilla.
Rivedo amiche che non vedevo da cinque anni ed è come se fossero passati cinque minuti.
Tra poco riparto, poi riparto e riparto.
[il titolo di questo post è tratto da una delle mie canzoni della vita. è la più bella di Giuni Russo, che per me e per la mia voce resterà sempre un modello]
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14/09/04
:: by :: lisagialla
la terza
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:: by :: karen
Ore 18.00
"Ragazzi se riusciamo a fare una prima analisi questo pomeriggio domani mattina riusciamo a finire tutto" (sono solo 3 mesi che lavoro su questo progetto e finora andava bene, domani si deve consegnare il definitivo, e da oggi pomeriggio alle 18.00, non va più bene nulla).
ore 19.00
"vado perchè sono cotto" (IO invece sono fresca come una
rosa)
ore 20.00
azienda deserta io e il mio collega siamo gli unici 2 superstiti alle 21.00 azionano l'allarme... forse dormiremo qui!
K.
PS Tanto sta sera non c'è nulla di bello alla TV, vero?
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12/09/04
:: by :: Leibniz*
Fade to black
Svanire, perdere qualcuno o qualcosa per sempre. Insomma, anche Leibniz sa che tra le cose che non ritroveremo più non c'è solo il secondo libro della poetica di Aristotele, quello che sosteneva la liceità del riso e che terminava la sua vita in un rogo organizzato dal venerabile Jorge di Burgos (per sapere di cosa cavolo stiamo parlando guardare qui).
Degli «svaniti» si è occupata anche quella Carrie Bradshow in carne ed ossa di Amy Sohn, che a questa categoria di animale d'appuntamento ha dedicato un pezzo sul New York Magazine.
Disappearing acts may be more common nowadays because in the age of Internet dating, people often get a false sense of intimacy through e-mail before they even meet. The woman who’s thrilled that Kazooguy is so hot in person may not know that he’s furious she posted such an outdated picture.
Questa cosa del senso d'intimità, del tentativo di conoscersi meglio attraverso la posta elettronica è abbastanza tipica dei nostri tempi. Leibniz ricorda che proprio qui, dove tutto è più giallo, fu raccontato di un «goffissimo tentativo di corteggiamento via e-mail» ai danni (se di danni si può palare) di una nota blogstar decisamente ancora avvolta nel mistero. Chissà se quei tentativi sono stati riterati....
Il secondo punto trattato dalla Sohn, che scrive una rubrica chiamata «Naked City», è un altro tema già sentito anche a queste latitudini: il weekend fuori dopo un paio di appuntamenti. Ma non si trovava solo nei film?
Some fadeaways happen because the two people really do have an intense connection, and then one of them reflects on it and gets scared. The same guy who asks you to spend the weekend with him on the second date is almost guaranteed to fall off the face of the planet before you ever reach the third.
Lapidaria Anastasia, scrittrice di 31 anni: «If you sleep with the guy immediately, you almost have to assume he’ll fade away». Il venerabile Jorge di Burgos concorderebbe: c'è poco da ridere.
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10/09/04
:: by :: lisagialla
per l'ufficio ma anche per un olocausto
di replicanti, punte spuntate, stole a ventaglio e altre bizzarrie. [robba]
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:: by :: lisagialla
rientro
incontro papoff mentre salgo trafelata le scale della metro davanti all'ufficio. tento di far capire a gesti e bofonchi che è tardissimo! è tardissimo! e lui mi confessa sorridendo di non tollerare - per sano pregiudizio, immagino - quelli che tengono gli occhiali da sole in metropolitana. attraverso la strada e mi chiedo da quanto tempo li ho adosso, se a pranzo li ho tolti - sennò me ne scuso -, poi provo a ricordare di che colore sono le mutandine di oggi. lungo il corridoio ripenso a quando, in terza media, scoprii che un certo massimiliano - caruccio anzichenò - mi detestava per quell'odioso vezzo che avevo di tenere gli occhiali da vista sulla punta del naso. si erano solo allentate le viti, in realtà, ma la frattura negli anni è risultata insanabile. e comunque, prima di prendere posto alla scrivania, passo in bagno: cotone bianco.
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:: by :: jason
With great power...
Oggi, all'anteprima di Spider-Man 2 c'ero. Del resto con l'arrampicamuri ci sono cresciuto, glielo dovevo. E' stato sempre con me, specchio della mia goffaggine adolescenziale, quando sognavo spazi estesi e imprese eroiche nel chiuso della mia cameretta. Era con me a Parigi - 1989, se la memoria non m'inganna - quando mi aggiravo nel college con la macchina fotografica a immortalare ogni cosa. Compresa Nadia, ragazza napoletana che mi aveva stregato, mentre giocava a tennis con un maestro figo quanto il piu' trito dei cliche'. E la sera Tarzan Boy di Baltimora, incrociando i suoi sguardi nel gruppo degli spagnoli, troppo teso per fare un passo, e senza uno straccio di superpoteri. Ad Atalanta, nel 2000 - mia prima escursione in terra statunitense - lui era li' ad aspettarmi, in carne e celluloide. Nonostante tutto, fra un fotogramma e l'altro mi pareva di sentire frusciare la carta degli albi della Corno, con le pagine grandi e la grana grossa. E un po' vergognandomi mi commuovevo, alle spalle di quattro neri tutti catene e pop-corn, quando Peter si aggrappava a quel coraggio che non avevo mai avuto. Li' si', lo ammetto, ho perdonato la mancanza di Gwen.
Io c'ero quando Gwen Stacy moriva. Povera dolce Gwen, vittima sacrificale di una casa editrice disperata. Cancellata, dimenticata fra un fotogramma e l'altro. Nemmeno un cameo, un omaggio. Lasciata li', nel ricordo. Nel mio ricordo. In quelle tre vignette meravigliose e strazianti.
Li conosco tutti, i nemici dell'Uomo Ragno, dal primo all'ultimo, fino al piu' stupido. E Doc Ock rende, per carita'. Ma tagliano tanto, troppo. Macchiettizzano. Banalizzano. Affogano le emozioni nella computer graphic, in questo minestrone che mi rimane sullo stomaco. Le pagine non frusciano piu'. Rimangono li', cancellate, bianche, impoverite. Si ripete tutto e mezz'ora qua e la', dopo la speranza accesa da una sequenza di titoli folgorante (e subito spenta), non basta a togliermi dalla bocca il dolore di un'occasione persa. Di un insulto sparatomi in piena faccia.
Gwendolyn Stacy e' morta invano.
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09/09/04
:: by :: lisagialla
ipod therefore I shop
prima di gucci, poi di pucci. si parla in giro di bottega veneta o prada e qui c'è anche dior. seguendo la consueta logica del 'tutto o niente' karl lagerfeld - flap flap - ci ha messo del suo si è ingegnato per fendi. solo che lui di magnifici aggeggini ne colleziona a dozzine, così ha deciso di farne una valigetta juke-box, senza però dimenticare i più sfortunati. uomo di gran cuore ed efficace senso pratico, invero.
[letto ieri sul giornale che regalava il calendario di jane alexander, un'altra che qui ci piace tanto]
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:: by :: SuperBimba
Com'è che non mi vengono i titoli?
Ok, ecco, sì, tra 30 minuti sono ufficialmente in ferie. Per ben dieci giorni. Dieci giorni in cui non ho ancora deciso precisamente che farò; diciamo che domani sera dovrei partire con la carovana degli scappati di casa e raggiungere la neoromana per soffocare nei chilometri tutti i casini che ci siamo tirati addosso e anche quelli che ci hanno dato gratis.
Il fine settimana successivo potrei essere a Napoli, ma anche no. Potrei salire su un aereo e scappare da sola da qualche parte, ma anche no. Insomma, cercherò di trovare un compromesso tra la paralisi dell'iniziativa e la fobia per lo spreco del tempo. Credo che donerò la mia personalità alla scienza.
In tema di aggiornamenti sulla mia precaria condizione mentale, sono ormai in un trip stranissimo. Non riesco ad ascoltare più di trenta secondi di qualsiasi brano musicale. Anche se mi è sempre piaciuto, anche se mi viene una voglia matta di sentirlo. Succede che piglio il cd, magari cercandolo per un po', lo infilo nel discman, scelgo la traccia, assaporo le prime battute e poi mi viene subito la nausea. Parallelamente, accade che esista una e una sola canzone che riesco ad ascoltare tutta intera in loop per centinaia di volte. Grazie al cielo, il pezzo cambia ogni due-tre giorni e le mie orecchie lo selezionano in maniera incomprensibile, al di là del bene e del male. Dall'altro ieri è Everybody's changing dei Keane.
Dimenticavo: da queste parti in mia assenza può succedere di tutto. Anche che muoio e lo vengo a sapere al ritorno.
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:: by :: karen
Comunicazione di servizio
il nipotino è nella classe dei gialli... questo mi ha fatto tornare alla mente che anch'io ero nella classe dei gialli all'asilo.. che il mio destino fosse già scritto?
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:: by :: Leibniz*
Alfabeto pulcino - 1
ANIMALI
La differenza tra noi e gli animali è che noi sappiamo scegliere gli accessori.
(Max Viola e 'Pier' Pupino, muse e conduttori televisivi - La sottile linea rosa)
GIALLO
Regola metabolismo, ansia, sonno, digestione. E' il colore dell'espressione di sé, aiuta ad agire correttamente, ad apparire più sicuri nel lavoro. Facilita la comunicatività nel lavoro e nell'amore: vi aiuterà anche a dichiararvi a qualcuno con cui non trovate mai le giuste parole. Dona saggezza perché consente di capire i suggerimenti dell'inconscio, dà la giusta carica per intraprendere qualsiasi iniziativa e sviluppa la prudenza necessaria ad evitare situazioni difficili.
(ZenHome, sito fricchettone)
GIN TONIC
Si narra che durante il colonialismo inglese in India, gli ufficiali, durante i momenti di relax al circolo, bevessero indian tonic water, perché contenente chinino, contro la malaria; ma da buoni inglesi non potevano esimersi dall' aggiungere una generosa razione di gin.
(Pippo, presunto barman )
PAREI
Il pareo più adatto a un uomo è quello tradizionale indonesiano.
(Glenn O'Brien, grande - Vanity Fair)
SCARPE
Ma quali fasci di rose rosse, ma quali bouquet di mammole!? Date retta a me: mazzi di scarpe. Questo è il desiderio inconfessabile di ogni femmina!
(Luciana Littizzetto, fenomeno mediatico - su una vetrina di Firenze)
VICINI DI POLTRONA
Ho iniziato a scrivere Kill Bill che ero Bill. Poi ho cominciato a trasformarmi nella Sposa. All'improvviso mi sono messo a comprare oggetti per la casa, e fiori. Mai indossato gioielli, ed eccoli qua. I miei amici mi dicevano: “È il tuo lato femminile, stai edificando il nido”. All'epoca di Jackie Brown, fui Ordell per un anno intero.
(Quentin Tarantino, maestro di vita - Ciak/Dagospia)
[1. continua...]
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08/09/04
:: by :: moni
colti in flagrante
moni says: screenings are always fuckin' late at this festival!
quentin says: you're fuckin' right girl! ...c'mon man!!! turn down these fuckin' lights!
[appena mi riprendo vi racconto, giuro!]
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:: by :: SuperBimba
Scuola c°nfu§a
Oggi c'erano decine di giornalisti di fronte alle scuole di Milano per l'inizio dell'anno scolastico. Però ce n'era solo una collegata in diretta dal liceo frequentato in gioventù dal più famoso della blogosfera.
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07/09/04
:: by :: Leibniz*
La differenza tra coinvolgimento e impegno
Dicono che dalla citazione iniziale di un libro si possa capire molto. «Il Principe» di Nicolaus Maclavellus, ad esempio, è dedicato a Lorenzo Il Magnifico («Desiderando io adunque, offerirmi, alla vostra Magnificenzia con qualche testimone della servitù mia verso di quella...ecc...»). L'altro giorno invece Leibniz ha maneggiato un libro di tutt'altra pasta, che infatti come citazione iniziale aveva una illuminante frase di Martina Navratilova, la tennista: «Sapete qual'è la differenza tra coinvolgimento ed impegno? Pensate alle uova al bacon. La gallina è stata coinvolta, il maiale impegnato». Il libro in questione è «Mr. Commitment», di Mike Gayle, tradotto da noi come «Mr. Dammitempo. Che cosa fai se la tua ragazza ti chiede di sposarla?».
Premessa: averlo sfogliato non significa averlo acquistato, né tantomeno essere alle prese con i problemi del titolo. Comunque sia l'importante è essere arrivati al capitolo in cui il protagonista usa un numero di Cosmopolitan - rivista, non drink - come una tavola Ouija (una cosa usata nell'800 per comunicare con l'aldilà) al fine di capire meglio cosa avesse in testa la sua ragazza. Quindi pone le tre domande fondamentali: Perché dopo 4 anni vuole sposarsi? Perché vuole intavolare una conversazione sempre durante le mie trasmissioni prefeite? Quest'anno andranno le gonne lunghe o le gonne corte?
Il miglior consiglio, però, forse giace tra le righe dell'opera del Maclavellus: «Sendo adunque uno principe necessitato sapere bene usare la bestia, debbe di quelle pigliare la golpe et il lione; perché il lione non si defende da’ lacci, la golpe non si defende da’ lupi. Bisogna adunque essere golpe a conoscere e’ lacci, e lione a sbigottire e’ lupi». Anche se il suo, di Principe, non era per forza quello azzurro.
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06/09/04
:: by :: SuperBimba
Considerazioni
A casa di Essebì è finito il cibo. Tutto.
Essebì non ha prenotato alcuna vacanza: non ha per niente voglia di partire. E non ha per niente voglia di restare.
Gli stagisti sono sorpresi: Essebì non ha mai avuto il panico della diretta. Il fatto è che Essebì va in panico quando la diretta finisce e inizia la vita vera.
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:: by :: lisagialla
il tavolo delle trattative
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05/09/04
:: by :: Leibniz*
Capisci di essere il giallino del mese quando...
...a Firenze una ragazza che fa volantinaggio ti porge il seguente pieghevole
«Yellow Bar. Cantinetta, pizza, restaurant, bar»
via del Proconsolo, 39R
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04/09/04
:: by :: SuperBimba
Dancing on the ceiling
Dopo il bisogno di stare zitta, il bisogno di scrivere. Caftano gallipolino, quei jeans taglia-Barbie in cui ormai navigo, gli ultimi sandali della stagione, i turchesi, il corallo, le perle di fiume: ci si tiene in piedi. Mettiamo ancora una volta alla prova la nostra resistenza cardiaca e cerchiamo le risposte alle domande che non osiamo formulare in uno sguardo di cui non abbiamo ancora capito il colore e in quel sorriso che chissà perché si ostina a nascondere dietro alle mani. Che schifo, avere nonostante tutto sedici anni.
Forse non dovevo bere caffè: sono talmente agitata che potrei camminare un po' sul soffitto, un po' sulle pareti.
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03/09/04
:: by :: SuperBimba
C'est la nuit
Marta, non ti preoccupare, è solo un attacco di ansia. Il bastardo sa che riesce a prenderti quando sei da sola. Mica ti avverte del suo arrivo: un attimo prima magari stavi cercando di assopirti (che da giorni ormai sei totalmente fatta di sonno) e un attimo dopo è lì, che ti prende il petto e la gola e non ti fa respirare, mentre il cuore comincia a battere a velocità spropositata e non vedi più nulla e ti gira la testa e sai che per un po' tutto sarà fuori controllo.
Lo stronzo arriva per di più la sera. Roba che decidi che questa volta sì, che puoi riuscirci ad andare a letto, a metterti sotto le coperte e a dormire. E magari la cosa funziona anche per un paio d'ore: poi, però, inesorabilmente, te ne penti. Allora scappi dalle lenzuola, come se avessero preso fuoco.
Prima cosa da fare, trasportare sul divano il cuscino e il plaid rosso, il tutto senza mai e ripeto mai accendere la luce, provando a respirare lento, per calmare i battiti. Poi cerca gli occhiali e accendi il televisore. E' consentito un giro dell'ultim'ora di televideo e mediavideo. Consentito anche uno sguardo alle pagine 505 e 506 di televideo per controllare i programmi della notte (mediavideo va bene solo per la prima serata, per il resto va canale per canale, è troppo scomodo). E' tanto più difficile affrontare l'attacco d’ansia da quando non ci sono più le televendite notturne di Home shopping europe! Marzullo va bene, il telegiornale no. Le reti musicali solo a basso volume, bassissimo. Soprattutto mai le pubblicità erotiche.
Accendi anche il telefonino: magari qualcuno ti ha mandato un sms e magari tu rispondi e magari lui ti risponde a sua volta e così scopri che qualcuno è vivo e sveglio come te e ti può salvare. Di solito non succede.
Telefonino e telecomando devono stare sulla spalliera del divano.
Tu mettiti sdraiata perfettamente sulla schiena, che così non ti fai male con gli occhiali, respiri meglio e non hai la sensazione di schiacciare qualche organo vitale: non succederà nulla. Puoi anche chiudere gli occhi, ogni tanto: se ti perdi un po' conoscenza poi ti risvegli ma non ti preoccupare che è tutto a posto. Va bene così.
Attendi che dalle tapparelle inizi a filtrare la luce dell’alba. Allora è fatta. Puoi piano piano prendere possesso dei tuoi arti, sederti, magari leggere, scrivere, addirittura alzarti, andare in cucina, prepararti qualcosa di caldo.
Hai sfangato un'altra notte in balia di te stessa.
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:: by :: Leibniz*
Figlie della mezzanotte
Leibniz ha sempre guardato con curiosità a quella grande nazione che si liberò dal giogo britannico. Così in queste settimane il migliore spettacolo è stato quello delle convention dei democratici e dei repubblicani. Ma non vanno dimenticate le figlie dei candidati. All'epoca dei Lumi la vera politica si faceva ancorà così, con figli e figlie, letti e matrimoni.
Le figlie di Bush, ad esempio. Le due gemelle sembrano le tipiche americane che ti ritrovi a ciabattare per Roma con magliettina e infradito: in vacanza grazie a qualche class abroad, impegnate in qualche giro dei bar di Trastevere o Campo de' Fiori, a caccia delle braccia di qualche italiano piacente che le sosterrà dopo l'eccessiva quantità di mojito.
Poi c'è la figlia di Kerry, quella «ma quanto vorrei diventare una First daughter». Europea, fine e sottile, ha fatto una bella impressione a Cannes, quando ha sfoggiato - lei sì - altre due gemelle (perdonate lo scivolone nel cattivo gusto). Eppure gli analisti politici non hanno avuto dubbi (o erano i comici?): «Questi sono due buoni argomenti per votare Kerry».
Infine la preferita di Leibniz, Mary Cheney, figlia del vicepresidente. Ieri era alla convention repubblicana con Heather Poe, che altri non è che sua... moglie. Attorniata di gente che, almeno pubblicamente, non è che sia proprio favorevole all'omosessualità.
God Bless America!
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:: by :: lisagialla
c'aggia fa with you
un mondo migliore è possibile, lo credo con assoluta determinazione; una vita normale sinceramente non saprei. è che il coinquilino è diventato matto: manca un giorno ore all'asta del fantacalcio e lui da ore gira frenetico intorno al tavolo fregandosi le mani e lamentando tra sé e sé la trista condizione di psicopatico in ansia. il tenore delle nostre conversazioni è all'incirca questo:sere - hai chiamato il dentista?
coinquilino - sì, era cek che voleva che gli mandassi le rose.
s - rose? a lui rose e a me neanche un'ortopanoramica normale?
c - neppure farfinta è normale.
s - certo, è un personaggio sovrappeso ma milanista.
c - invece sono dimagrito. perché soffro.
s - niente carboidrati dopo le cinque di pomeriggio.
c - per carità, sono solo le undici di giovedì sera e guarda come sono ridotto.
s - infatti. io vado a dormire.
c - con miccoli alla fiorentina?
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02/09/04
:: by :: SuperBimba
...
Ho ricevuto tonnellate di email, sms, telefonate e continuare a stare zitta mi sembra ingiusto nei confronti di chi mi sta vicino (anche quelli che ripetono la storia della porta e del portone: ragazzi, stronzata più grossa non potevate tirarla fuori ma non importa, vi voglio bene lo stesso). Il fatto è che il blog lagnoso non se lo merita nessuno. Per il resto, non ho più parole di fronte a tutto quello che vedono i miei occhi e sentono le mie orecchie. Prima o poi riuscirò ad essere solo animata da un cieco furore e allora mi sentirò un pochino meglio.
Aggiornamento delle 16:25. Vedo ora dallo shinystat che un sacco di gente sta arrivando tramite nobile segnalazione. O potenziali nuovi visitatori: non leggete i miei post da qualche giorno a questa parte. Vi assicuro che sono una blogger briosa e simpatica, piena di un sacco di idee divertenti, che sta solo passando un periodo professionalmente deleterio. Ah, ovviamente qui siamo tutte incredibilmente gnocche, quindi restate pure.
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:: by :: lisagialla
paresi per caso
no, si tranquillizzi dipollina, non era questo capolavoro. il film privato della coppia barale\degan in giro per il mondo, intendo, in luoghi che nessuna agenzia di viaggio consiglierebbe mai.
per carità, una poteva pure arrivarci da sola, anche tolto il fatto che turisti per caso ha tutt'altra tradizione. la tragedia iniziale dei paparazzi senza cuore che violano l'intimita degli amori nuovi - ...e quindi siamo dovuti andare a raccontarci a domenica in - poteva essere sufficiente, e invece. il mistero montante - eh? - della scena scomparsa, i primi piani sugli incroci affettuosi di lingua, il culetto d'oro di raz degan, nulla è riuscito a fermarmi. perché ho proseguito indomita la visione fino alle estreme conseguenze [1] mossa da puro interesse scientifico. volevo scoprire fino a che punto è possibile tenere estroflesse le labbra tumide - da israele a bali, dall'india al set per la copertina di panorama - senza riportare danni comportamentali permanenti. dopo lunga riflessione, direi fossano.
update: può darsi che avesse un qual fascino pseudoglam-on-the-road e lui faceva persino ridere, a tratti. fastidiosa la barale, e poco credibile nel ruolo di se stessa.
[1] queste, coerentemente per stomaci impavidi.
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:: by :: Leibniz*
Fiero delle vanità
Nel 1848 le cose erano diverse. Oggigiorno se qualcuno sente il nome Darcy pensa subito al faccione di Colin Firth vestito con un imbarazzante maglione in un film ambientato in Inghilterra che ha per protagonista un'americana. O ancora: Becky? Becky Bloomwood, di «I love shopping» (o «Shopaholic», se preferite).
Invece a quei tempi, mentre a Parigi Blanc e Albert cercavano di mettere su quella follia chiamata «ateliers nationaux», oltremanica il buon William Makepeace Thackeray sfornava uno splendido romanzo chiamato «Fiera di vanità». Che oggi, guardacaso, è diventato una testata femminile venduta in tutto il mondo, persino in Italia (dove, tra l'altro, le rubriche sono firmate da diversi blogger).
Le stesse ragazze che amano oggi Becky Bloomwood o Bridget Jones, amavano allora il Mr.Darcy di «Orgoglio e pregiudizio» e odiavano quell'immortale eroina (nel senso che non moriva proprio mai) di nome Becky Sharp della «Fiera delle vanità». Scalatrice sociale, dalla dubbia reputazione, pronta a ogni compromesso pur di recitare da protagonista nel vanesio bel mondo europeo, Becky è ora finita in un film. Che - a quanto si dice - dovrebbe fare lo stesso effetto che fece agli amanti di «Sabrina» il remake con Julia Ormond nei panni di Audrey Hepburn.
Becky sarà interpretata da Reese Witherspoon, la biondina che faceva l'innocente in un altro classico dei remake: «Le relazioni pericolose». Ma la cosa più incredibile è che il buon tenente Dobbin, una specie di frescone generoso da maritare, è interpretato da Rhys Ifans, ovvero Spike, il convivente gallese di Hugh Grant in «Notthing Hill». Per capirci: quello che avendo tutti i vestiti sporchi, indossava una muta per girare in casa.
E poi uno si stupisce che le ragazze di oggi si buttano su Danny Ocean.
«Un bugiardo e un ladro», per giunta.
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01/09/04
:: by :: Leibniz*
Prologo sostanziale
Quando Leibniz, nel 1661, passeggiava per i boschi di Lipsia chiedendosi se fosse o meno il caso di conservare le forme sostanziali, non avrebbe certo immaginato di ritrovarsi 343 anni dopo in quel tempio chiamato MicroBlogGiallo. E scoprire, come accade sempre, di non avere niente da mettersi per l'occasione.
Le Onitsuka Tiger? Troppo vistose (mai comprate).
La vecchia giacca Murphy&Nye? Troppo anni'80, nonostante l'epoca sia ritornata in voga (e subito ripassata di moda).
Ma forse per stare nel tempio basta essere «gialli» dentro. Gialli dentro e con una tazza.
Gialla.Poi anche il momento sembra propizio. Persino la ragazza di Leibniz, che ancora qualche mese fa
snobbava Rozzano (una specie di Yalta della Blogosfera), pian piano ha cercato di
intercettare anonimamente uno Zurlì (l'aperitivo del mercoledì ™) fino a sostenere senza vergogna di essere certa di abitare vicino a Personalità Confusa. Apoteosi della dipendenza da blog? Chissà... Ma forse è solo colpa dei
benzinai nel quartiere dei ladri
d'auto, o forse ancora dei vecchi
compagni di classe ciellini.
Ad ogni modo, almeno per oggi, grazie a tutto il blog per l'ospitalità.
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