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Il giallino del mese |
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30/11/05
:: by :: Chettimar
Toccata, adagio e fuga
- Quella di oggi è l'ultima seduta.
- Ma come?
- Certo, l'ultima. Non pretenderà di stare in analisi per sette anni.
- Ma Woody Al...
- Woody Allen non vale.
- Quindi, le conclusioni?
- Quali conclusioni?
- Si ricorda? Terrore-non-paura delle donne.
- Non c'è nessuna conclusione.
- Eh? Ma cosa sta dicendo?
- Non c'è nessuna conclusione perchè non c'è nessun problema. E' normale. Tutti hanno paura di quello che non conoscono. E' un residuo di istinto di sopravvivenza. Poi c'è chi lo supera gettandosi a capofitto nell'ignoto e chi, come lei, viene assalito dal panico. Ma è assolutamente normale.
- Normale? E la tachicardia, la sudorazione fredda, le bolle verdi...
- Il punto è che lei si fa prendere dal panico e poi non fa niente. Invece dovrebbe farsi prendere dal panico nei modi e nei tempi che ritiene più opportuni, prenderne atto e poi dire "ok, però adesso faccio qualcosa".
- Non la seguo.
- Insomma, vada fuori, inviti una donna a cena, vada a una festa, faccia quello che le pare ma faccia qualcosa. E' molto più semplice di quanto creda.
- Devo fidarmi?
- Posso tenerla qui un altro mese, ma tanto le darei lo stesso responso.
- Se lo dice lei. Posso andare ora?
- Certo, abbiamo finito. Per la parcella si rivolga alla mia segretaria.
- Ah, dottoressa. Un'ultima cosa.
- Mi dica.
- Non so come dirglielo... adesso, tecnicamente, non siamo più medico e paziente, giusto?
- Giusto.
- Stavo quindi pensando... ha da fare domani sera a cena?
- Mi passi a prendere alle otto.
(- Stoooop! E questa era l'ultima scena. Molto bene, bravissimi tutti.
- Comunque a me piaceva di più l'altro finale.
- Quale, quello dove il protagonista veniva abbandonato da tutti e si suicidava iniettandosi del Vetril?
- Esatto. Hai sempre questo vizio dell'happy-end.
- Sei tu che hai il vizio del finale tragico. Guarda che non è scritto da nessuna parte che le cose debbano sempre e solo finire male.
- Ah, no?)
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Il giallino di novembre saluta e se ne va, sperando di avervi divertito almeno un po' e di non avervi ammorbato troppo. Altri giallini saranno stati più brillanti, interessanti e persinanco fichi di lui, ma è già un successo che abbia resistito un mese senza farsi venire un infarto, riconosceteglielo. Si leva il cappello, fa un inchino ed esce dal palco. Signore, it was a pleasure.
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29/11/05
:: by :: mae*
Walk a mile in my boots
Prima di tutto sappiate che è tutta colpa vostra. Io non compravo scarpe prima di conoscervi, cioè ne compravo in quantità ragionevoli per un essere umano. Compravo borse. Questo sì, e di tutti i tipi, neppure necessariamente viola. Adesso invece ci sono anche le scarpe. E per le scarpe non ho l'adeguata gavetta alle spalle. Ora, per esempio, c'è il problema degli stivali. Quest'anno, più che mai, è tempo di stivali e io non so proprio come scegliere (astenersi da facili battute sulle mie capacità decisionali per favore). Prima di tutto, un paio di stivali io già li possiedo - sia chiaro, so perfettamente che questo non è un fatto rilevante ai fini della discussione - ma non li definirei eleganti. Il dilemma che mi si pone è questo: ne compro un paio che siano umanamente mettibili (cioè tacco comodo, magari non eccessivamente alto - non inorridite, ho detto eccessivamente) o ne compro un paio di quelli favolosi (tacco alto a spillo, appena sotto il ginocchio), che però anche solo a guardarli si può sentire il dolore ai piedi?
Vi prego di capire che questo è un problema serio, non ve ne uscite quindi con frasi del tipo "io compro solo scarpe comode" (sapete a chi mi riferisco), ché qui si vagliano solo risposte che mostrano di aver compreso a pieno la drammaticità del problema, e cercherei se possibile di evitare anche risposte del tipo "comprali tutti e due", perché ci sono serie probabilità che io lo faccia davvero e stavo appunto cercando di limitare i danni (che poi mi tocca tornare a casa con due paia di scarpe, e mia madre direbbe quel che dice sempre da vent'anni - a prescindere che sia vero o meno: "ma non ne avevi un paio uguale?"). Visto che ci siete, considerate anche che c'è il serio rischio che il paio strepitoso rimanga immacolato nella propria scatola fino alle future generazioni, per via di pretestuose e spesso incomprensibili motivazioni quali "non è l'occasione giusta", "oggi è meglio che sia a mio agio", "per carità, poi mi si nota troppo", e soprattutto perché non ci sarebbe verso di farli entrare in valigia (per lo meno volendoci mettere anche qualcos'altro - a meno che io non abbia intenzione di girare per milano con indosso solo un paio di stivali, opzione che eventualmente potrebbe essere presa in considerazione). E se state per rispondere "allora dov'è il problema? compra il paio comodo", vuol dire che non avete compreso a pieno il problema: rileggete da capo senza passare per il via.
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:: by :: SuperBimba
Caro lei
Una giovane signora di un certo livello avrebbe tutto il diritto di ricevere un sms riaccendendo il telefonino quando si sveglia la mattina (sì, ogni mattina). Possibilmente un sms che tra le altre cose contenga anche un bacio.
Da un po', caro lei, lei ha smesso di mandarmi messaggi. Di palesare la sua esistenza. Ho persino fatto una ricerca nell'archivio dell'Ansa per controllare se per caso lei non fosse morto. O l'agenzia ha ignorato la notizia (ma su, lei è piuttosto importantino, ne dubito), o lei non ha giustificazioni. Magari sta male. Le è già capitato, lo so, quindi non sto scherzando sull'argomento.
Però per non mandare neanche un messaggio dovrebbe stare proprio male male. Perché altrimenti mi scriverebbe, anzi, allo sfinimento, come sa fare lei quando sta male, che lascio il telefonino acceso tutta notte, con la vibrazione sennò non lo sento, in tasca se ho il pigiama con le tasche, altrimenti mi ingegno, ho provato persino a infilarlo nell'elastico delle mutande (giuro). Perché io sono stronza ma sono molto dolce e se lei sta male la coccolo, anche se mi chiama alle tre del mattino.
Io non la chiamo perché lei sa che aleggio, caro lei, nell'iperuranio delle donne discrete. E per questo lei vuole me. Da un tempo infinito. E ogni tanto non mi vuole più. Finché io non mi dimentico della sua esistenza. Poi lei torna.
Però quando lei sparisce, all'inizio io sto un pochino male. Anche se lei non lo sa e secondo me nemmeno se l'immagina.
E faccio cose assurde.
Nevica e ho comprato un paio di stivali di camoscio azzurri. come i suoi occhi direi, se io fossi una donna romantica.
P.S.: Una volta le ho dato l'indirizzo del mio blog, ma fortunatamente lei se ne sarà dimenticato. Caro lei: menomale.
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28/11/05
:: by :: Chettimar
Test (senza Emilio Fede)
Intermezzo di deriva da femminiledelsabato (o da Men's Health, per par condicio): scopri quanto sei compatibile col giallino di novembre. Punteggi e profili nei commenti.
1) E' una giornata di festa e fuori nevica. Quale di queste situazioni preferisci?
a) Andare a fare una romantica pattinata sul ghiaccio (e lasciare i legamenti crociati sulla pista).
b) Uscire in giardino e rotolarti nella neve (e prenderti una broncopolmonite).
c) Stare a letto tutto il giorno sotto dodici strati di coperte (e assumere la forma del materasso).
d) Ti tocchi.
2) Il tuo "lui" ti ha cancellato la videocassetta delle "Invasioni barbariche" con la Bignardi per registrare la sintesi di RKC Waalkijk-Catanzaro, ritorno dei 128esimi di finale di Coppa del Nonno. Cosa fai?
a) Cerchi la videocassetta di Juve-Milan 6-0 e ci registri sopra Elisa di Rivombrosa (che tanto non guardi, ulteriore motivo per registrarlo).
b) Compri un altro videoregistratore, ché tanto ormai li trovi pure nei fustini del Dixan.
c) Fai spallucce, ché tanto a te la Bignardi non piace.
d) Ti tocchi.
3) Al primo appuntamento preferisci:
a) andare a cena, spendere quindici euro per il coperto e mangiare insalata scondita.
b) andare al cinema, spendere quindici euro per i biglietti e sentirti catapultata a quando avevi quattordici anni.
c) andare in un locale per un aperitivo, spendere quindici euro per un mojito che sa di candeggina e mangiare pasta scotta.
d) ti tocchi.
4) Sei a una festa tamarrissima e non conosci nessuno. Come ti comporti?
a) Stai in un angolo e non parli con nessuno. Se casualmente qualcuno ti rivolge la parola, inizi a sudare sangue e a balbettare.
b) Fai l'amica di tutti e a fine serata ti fai nominare reginetta della festa.
c) Torni a casa di nascosto dopo venti minuti, inviti da te una tua amica e passi la serata a chiacchierare e a mangiare schifezze.
d) Ti tocchi.
5) Ti propongono di andare a sentire un concerto della Filarmonica De Sti Gran Cazzi con musiche di Messiaen, Webern e Fernecchio. Cosa fai?
a) Esulti perchè hai a casa la discografia completa di Fernecchio e morivi dalla voglia di ascoltare le sue musiche dal vivo.
b) Proponi, in alternativa, di andare a vedere un fondamentale film cecoslovacco con sottotitoli in ungherese.
c) Inventi una scusa poco credibile come "Ho lasciato il gatto nella caldaia".
d) Ti tocchi.
6) Sei appena uscita dal parrucchiere e ti hanno orribilmente deturpato i capelli. La sera hai un appuntamento importante. Cosa fai?
a) Prima di tornare a casa, passi a comprarti un cappello, possibilmente che si intoni con le scarpe.
b) Fai finta di niente e, se il tuo cavaliere ha da ridire, gli dici te li ha voluti tagliare tua nonna nonostante il Parkinson.
c) Cerchi di sistemarteli alla bell'e meglio prima di uscire, utilizzando forbici, coltelli Miracle Blade e mortaretti.
d) Ti tocchi.
7) I tuoi genitori ti assillano tutte le volte con domande tipo "Ma quand'è che trovi un fidanzato/ti sposi/ci fai un nipotino?". Qual è la tua reazione media?
a) Ti metti a leggere Vanity Fair facendo ogni tanto segno di sì con la testa.
b) Rispondi "Perchè fate questa domanda sempre a me e a non a mia sorella/mio fratello?".
c) Li mandi a cagare senza passare dal via.
d) Ti tocchi.
8) Quale delle quattro protagoniste di Sex and the City preferisci?
a) Carrie.
b) Miranda.
c) Charlotte.
d) Samantha (e quindi ti tocchi).
9) Il tuo fidanzato ti regala un maglione orribile e si offenderà tantissimo se non lo metterai. Che fai?
a) Lo metti una volta per andare a fare la spesa e lo lavi in lavatrice a 90 gradi, con candeggio, centrifuga e scappellamento a destra.
b) Lo regali a tua madre spacciandolo per un capo d'alta moda.
c) Ne fai stracci e, se il suddetto fidanzato ti trova ad asciugare i piatti con una manica, gli dici "carini questi nuovi panni della Spontex, nevvero?".
d) Ti tocchi.
10) Hai avuto un'estenuante giornata di lavoro. Qual è la prima cosa che fai appena arrivata a casa?
a) Ti prepari un caffè quintuplo e stai sette ore sveglia con gli occhi sbarrati per colpa dell'abuso di caffeina.
b) Ti prepari un bagno caldo e stai sette ore nella vasca.
c) Ti prepari (o, preferibilmente, ti fai preparare) una cenetta sfiziosa e stai sette ore a digerirla.
d) Ti tocchi.
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:: by :: lisagialla
oh, cedric
Hogwarts, abbiamo un problema. Non che sia una cosa seria, in una relazione appassionata come la nostra. avada kedavra. questa settimana, su left wing.
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27/11/05
24/11/05
:: by :: la eli
a tired (but happy) state of mind
sono tornata. finalmente e purtroppo, l'avventura americana e' finita.
finalmente perche' dieci giorni a bistecche e patatine [1] mi stavano riducendo come la maggior parte delle texane (rispetto alle quali io sono magra ed elegante). perche' NY e' bellissima ma visitarla da sola - in due giorni e mezzo - non e' la soluzione migliore. perche' la mia carta di credito non ha un limite infinito (e tantomeno il mio conto corrente). perche' comunque io sono fondamentalmente come i gatti e ai gatti piace tornare a casa. perche' stavo in un albergo poco confortevole (per essere gentili) [2].
purtroppo perche' di NY ho visto una minima parte, pur avendo camminato ininterrottamente per ore, ore, ore. non finiva mai. e piu' cose scoprivo piu' mi rendevo conto di quante ne perdevo. purtroppo perche' le bistecche del Texas sono buonissime e costano pochissimo. perche' il clima era mite e c'era il sole, anche a NY. perche' sono arrivata quasi per caso all'Hudson Park e si vedeva, in lontananza, la statua della liberta' e mi sono emozionata. perche' giravo un angolo e improvvisamente cambiava tutto, e tutto quello che avevo pensato lo dovevo riconsiderare. perche' mi ritrovavo a girare con il naso all'insu' con gli occhi spalancati come una bambina, fotografando qualsiasi cosa come facevo quando avevo otto anni e avevo la mia prima macchina fotografica a disposizione (la qualita' delle foto non e' granche' migliorata, temo, in questo breve lasso di tempo). perche' i newyorchesi hanno perso le antiquate abitudini anglosassoni come il rispetto dei semafori e attraversano comunque, a cuor leggero (gli automobilisti ci sono cosi' abituati che ti suonano anche quando attraversi con il verde) cosi' dopo qualche volta in cui ero l'unica persona ferma ad aspettare il verde, mi sono adeguata, sentendomi tanto newyorchese :)
sono contenta, insomma. di aver fatto il tour notturno, di aver comprato scemenze per turisti e ricordini costosi in gioiellerie cinematografiche , di avere visitato il MOMA e il museo d'arte moderna di FortWorth e di essermi goduta ogni momento. di essere partita e di essere tornata.
[1] non e' l'offerta di cibo che scarseggia, sia chiaro: e' che con le mie idiosincrasie alimentari mangiare negli stati uniti e' un filo complicato.
[2] la porta della mia stanza presentava evidenti segni di tentativi di sfondamento. la temperatura era gelida, quando ho fatto presente la cosa mi hanno detto che probabilmente chi c'era stato prima di me aveva spento il termosifone, bastava girare la manopola e sarebbe tornato il caldo. la prima notte a termosifone acceso e' stata allietata dal frastuono clamoroso dello stesso, che dalle cinque del mattino in poi ha provveduto a sostituire il rumore del traffico e dei clacson. ora era chiaro che il mio predecessore non aveva caldo ma il sonno leggero ;) giusto per evitarvi di incapparci, il posto e' questo (e lo so, avrei dovuto capirlo, ma aveva posto e non costava uno sproposito. l'alternativa era non andare del tutto e a queste condizioni piuttosto tornerei ancora li'). a parte gli inconvenienti (ai quali aggiungo la totale assenza di un armadio), la posizione era ottima, tra Madison e la 27th st.
Per chi fosse interessato, e' a due portoni dal Museum of Sex, che non ho avuto il piacere e/o il coraggio di visitare e che non linko per decenza :)
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23/11/05
:: by :: lisagialla
del perché le donne sono migliori degli uomini
innanzitutto, non è uno sport.
capisco che il dominio della metafora debba essere limitato - ché voi guardate le cose, non è detto le capiate - ma per sgombrare subito il campo da ogni eventuale - anche futura - incomprensione: il mio orgasmo non è uno sport. non somiglia neanche. non è una prestazione, non è una misura.
il mio orgasmo è un minestrone.
si fa con quello che c'è; a volte capita sia delizioso senza ragioni specifiche, a volte non sa di niente nonostante lo spicchio di parmigiano e il frangifiamma. come per il minestrone, si capisce a metà cottura se sarà sufficientemente denso e saporito da costituire effettivo conforto o soltanto una brodaglia con dentro pezzi troppo duri di carota. a quel punto, non c'è rimedio dell'ultim'ora che possa qualcosa: ci si sfama.
il mio orgasmo è femmina e, prima di voi, ho dovuto corteggiarla io: se vi lamentate dei diecimila metri ostacoli è perché non avete idea. delle scoperte fortuite, delle notti in esplorazione, dei lunghi bagni caldi. lunghi tanto che capita di confondere il primo orgasmo in compagnia con l'amore vero. la gratitudine dell'adolescenza e gli infiniti lutti che addusse: solite cose. dal secondo in poi tutto diventa più chiaro. si raccomanda, pertanto, una condotta sbarazzina.
infine, continuate - vi prego - a non chiedere niente. se è successo sarà poco più di un autocompiacimento scortese. altrimenti, davvero non mi parrebbe il caso nel cuore della notte di spiegarvi perché la colpa è essenzialmente della signorina che nel pomeriggio mi ha disegnato sopracciglia storte. per certo, almeno la prima volta, nessuna ragazza dotata di buon senso vi dichiarerà responsabile: non c'è niente di meno eccitante di un uomo nudo che cerca di appuntarsi al petto una medaglia.
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:: by :: Chettimar
Attuazione del programma
- Il nostro è un paese vecchio, ancorato a schemi mentali di sessant'anni fa. E' una società che fa la muffa e che invece avrebbe tante energie da mettere in circolo. C'è bisogno di una rivoluzione culturale.
- Per esempio?
- Per citarle il primo che mi viene in mente: questo modello dell'"io ci provo e poi tu eventualmente ci stai" nei rapporti fra uomo e donna è obsoleto. Cosa siamo, ancora nell'Ottocento, ti faccio la serenata, ti porto nel ristorantino romantico e fregnacce aleatorie simili? E poi non è un metodo funzionale, nella maggior parte dei casi crea frustrazione, risentimento e insoddisfazione.
- Mi spieghi meglio.
- Innanzitutto, è un metodo che non agevola chi è effettivamente più in grado di gestire un rapporto di coppia, ma chi è più in grado di vendersi. E' ovvio che a questo gioco, fra una persona che sa spacciarsi per un gran figo e una persona con la testa sulle spalle (qualora le due non coincidano), vince la prima.
- Non lo sapessi.
- E ci si chiede perchè le coppie scoppiano, le famiglie si sfasciano e i figli non nascono: la società incentiva a formare nuclei destinati a morire per deficit strutturali. Poi, ci sono gli uomini che dicono che in giro ci son solo uomini e che le donne decenti sono tutte occupate, le donne che dicono che in giro ci son solo donne e che gli uomini decenti sono tutti occupati, capisce che le due cose non possono quadrare.
- O l'una, o l'altra.
- O, secondo me, l'ennesima distorsione del vetusto modello di cui sopra. C'è gente che trova partner a ripetizione e c'è gente che non trova mai nessuno, e non mi tiri fuori la storia delle "pretese troppo alte", le tiro fuori almeno quindici studi di varie università che la confutano. Vogliamo poi parlare dell'astio che si genera nei confronti degli accoppiati? Ci sarà - perchè negarlo? - una discreta percentuale di sciacquette e grezzoni, ma, siamo seri, ci saranno anche delle gran brave persone che si prendono una camionata di insulti solo per un supposto maggior savoir-faire. Si crea conflittualità nel tessuto sociale del paese, non ci fa bene, non è salutare.
- Il ragionamento non fa una grinza.
- Per finire: il più delle volte, persona sola uguale cittadino insoddisfatto uguale elettore scontento. Questa situazione non conviene a nessuno, lo vede da lei.
- Non lo sapessi.
- Quello che il nostro partito propone è un qualcosa che ogni paese civile dovrebbe fornire ai cittadini: un grande ufficio di collocamento per single. La gente quando vuole si iscrive, compila una serie di questionari e viene inserita in grandi archivi. Si forniscono i nominativi di possibili partner, poi se le va li incontra, se non le va non li incontra, senza impegno.
- Ma scusi, mi faccia capire: sta forse parlando di una specie di Meetic di stato?
- Beh, tutto sommato sì. Ma così speriamo di evitare il coro di "ah, guarda che sfigato irrecuperabile" che accompagna chi usa servizi del genere. Chiamiamolo un Meetic istituzionalizzato, per il bene del paese più che dei singoli.
(...)
- Ma lei veniva veramente pagato per dire questa roba?
- Ero giovane e avevo bisogno di soldi.
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22/11/05
:: by :: moni
Hot (but useless) spots
Sono sicura che molte di voi si siano poste, entrando in un bar, a una festa, al cinema o semplicemente guardandosi intorno, la fatidica domanda: "dove sono finiti gli uomini?"
Perche' vedete solo gruppi di donne, tante donne, e i pochi rappresentanti decenti del sesso maschile sono accoppiati (e solitamente con sciacquette) oppure sono bestioline doc.
bene, ho due risposte per voi. una piu' scontata, l'altra meno.
1. "non si vedono piu' perche' stanno tutti tra di loro"
Ieri sera, aperitivo di addio di un amico gayo in partenza. Una trentina di ragazzi. Tutti, dico tutti, notevolmente al di sopra della media. Roba da non crederci, anzi da deprimersi, visto che erano anche capaci di brillante conversazione sui temi piu' disparati.
La battuta piu' bella, a proposito del film di cui si parla nel post qui sotto: "Cameron Diaz e' bellissima. Roba da farti cambiare idea"
Quella piu' deprimente: "Ragazze, vabbe' che stasera qui dentro non rischiate niente ma... siete sicure di voler ordinare un'altra bottiglia di vino?". Risposta: un finto sorriso, che in realta' era un ghigno di "eccappunto, taci".
2. "non si vedono piu' perche' stanno tutti con Lui"
Da quando lavoro in centro passo tutte le mattine in motorino davanti all'universita' pontificia. all'inizio pensavo fosse un caso, poi ho cominciato a rallentare e osservare bene. Avete presenti i vostri tristissimi colleghi di universita'? soprattutto al mattino presto? quando avevano ancora le crosticine sulle palpebre e i capelli a forma di cuscino? forget it. questi pretini in erba, che si incontrano davanti all'universita' con i libri sottobraccio per una sigaretta prima delle lezioni, sono tutti belli, freschi e curati. una sfilata di fratelli minori di Benicio del Toro e Denzel Washington. oppure imberbi Matt Damon e Ethan Hawke. per tutti i gusti, sigh.
le temerarie sono avvisate. io sento che non ce la posso fa'.
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21/11/05
20/11/05
:: by :: Chettimar
Come dei simbolici Big Jimme
- "Prendi una donna, trattala male, lascia che t'aspetti per ore."
- Funziona?
- No. Di solito le donne si rompono subito i coglioni e vanno a farsi trattare male da uno capace.
- Va bene, la scartiamo. Altre?
- "Cerca d'essere un tenero amante."
- Fissato con Ferradini, lei, nevvero?
- Non più della media. Comunque: non funziona. Di solito alla parola "amante" iniziano a scompisciarsi dal ridere.
- Uhm. Visto che siamo in argomento, quasi le suggerirei "Riderà, riderà, tu falla ridere perchè." Un grande classico.
- E una gigantesca fesseria. Di solito le donne, passati i primi... sei secondi di risate, tendono a considerarti come l'amico Ugo e, per reazione, a considerare adatto allo scambio di fluidi corporei chiunque altro.
- Ma scusi, qui è lei che non si sa regolare, abbia pazienza.
- Cosa non dovrei saper regolare? O le fai ridere, o non le fai ridere, mi sembra ci sia gran poco da regolare.
- Vabbè, andiamo avanti.
- "Può darsi ch'io non sappia cosa dico, scegliendo te una donna per amico."
- Rischiosetta. Funziona?
- Devo anche risponderle? Le dico solo che al posto dell'amico Ugo, ti considerano come Ugo, l'amico gay con cui vanno a fare shopping.
- E in un'ipotesi di relazione eterosessuale il passare per amico gay non aiuta particolarmente.
- "Le cose che abbiamo in comune sono quattromilaottocentocinquanta."
- Ne bastano anche meno, sa?
- Ma ci sarà sempre qualcun altro che ne ha quattromolaottocentocinquantatre.
- Insomma, queste sono più o meno le categorie d'approccio che dice di aver tentato, nell'arco della sua vita. Adesso cosa pensa di fare?
- Una riflessione. Arrivati a questo punto, è palese che io delle donne non capisca un beneamatissimo cazzo di niente.
- Se lo dice lei.
- Vuole che le dica la verità? Non è un problema! Non ci capisco niente? Perfetto! Non è una cosa lesiva della mia dignità! Vogliono che mi fustighi perchè sono un incompetente totale? Non ho nulla in contrario! Adesso però tirino fuori questo cazzo di libretto di istruzioni e mi facciano capire una volta per tutte in quale razza di maniera funzionano!
- "Servi della gleba a testa alta"?
- Quella è l'unica che funziona sempre.
(- Stop! Perfetta.
- Ehm... scusa...
- Che vuoi?
- Ma è proprio necessario che il mio personaggio debba gettarsi a capofitto in questi abissi di tristezza intrinseca?
- Devo proprio dirtelo? Sei sicuro?
- Certo.
- Sì, è assolutamente necessario. E adesso vatti a cambiare, ché nella prossima scena sei vestito da Paperino e scopri che tutti i tredicenni del condominio hanno avuto più donne di te.
- Uccidimi. Adesso. Se hai un minimo di pietà nei miei confronti, abbattimi.)
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18/11/05
:: by :: SuperBimba
Stitch'n'bitch
Nella vita ci sono alcuni problemi da affrontare. Ieri, nella serata stitch&the city, abbiamo discusso di:
- come risolvere il divieto di portare in aereo ferri da maglia, forbici, ago e uncinetto?
- come insegnare l'uncinetto a una mancina (io)?
- come incorniciare un ricamo a punto croce?
- qual è il colore di tela aida più difficile da ricamare?
- teoria e prassi dell'ago circolare
- la confezione dello scialle
- gomitoli misto lana: perché no?
- imbiancare le pareti di casa: come risolvere il problema dei soffitti molto alti.
- momento coming out: googlate i vecchi compagni di scuola o di università?
- uomini tirchi: meglio scoprirlo al primo appuntamento?
- perché finiamo sempre con gli uomini alti?
- la scenata plateale: dà soddisfazione spaccare i piatti?
Io ero quella sfaccendata, fuggita direttamente dalla radio senza cestino del lavoro, quindi mi sono tenuta impegnata coccolando senza sosta Isotta, la coinquilina pelosa dell'eccezionale padrona di casa.
Valeva la pena, dormire solo quattro ore.
Vado a fare un pisolino, baci.
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:: by :: lisagialla
del perché gli uomini sono migliori delle donne
quando una macchina ignora la mia volontà di attraversamento pedonale e al mio sguardo truce reagisce con sgarbata invadenza - 'guarda che ho la precedenza' è tra le battute preferite di sempre - nove volte su dieci, se spingo lo sguardo oltre il volante, trovo una signora sfigurata dalla stizza.
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:: by :: Chettimar
Pannelli distanziometrici
- Le è mai capitato che una donna le facesse testina?
- No.
- Allora di cosa si lamenta? Se le donne non le hanno mai rifiutato un bacio...
- No, non mi sono spiegato bene. E' che le donne si mantengono sempre a una distanza di sicurezza di almeno dieci metri dalla mia faccia. Per anni ho pensato di avere problemi di alito, ma non si trattava di quello. Me ne sono accorto quando ho provato a mangiare un intero tubetto di dentifricio e la situazione non è cambiata di una virgola.
Achiller Application
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:: by :: MaxTG
Eli does Dallas
Interrompo questo piacevole chiacchiericcio nell' hamman giallo per ricordare a tutte lor Signore (e signorine) che anche se fusa dal fuso, dalle troppe proteine sotto forma di mega bisteccone e dai colpi di pistola che le sibilano intorno stile Matrix la nostra carissima Eli ha compiuto gli anni in Italia da una decina di minuti e tra qualche ora anche in Texas dove ultime notizie la segnalano cavalcare un toro meccanico con bottiglia di birra in mano e cappello da cowgirl di circostanza e...sembra proprio che il toro si sia arreso!
Eh, l'esperienza ha ancora il suo bel perche' non e' solo un trascorrere di tempo fine a se stesso.
HAPPY BIRTHDAY MILADY, kisses and hugs.
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17/11/05
:: by :: SuperBimba
No peace without justice
Sto cercando di capire meglio i miei difetti specchiandomi in quelli degli altri. In un momento di rivoluzione in un posto di lavoro saltano fuori i lati peggiori di tutti. E ciò accade in un periodo in cui - io guerrafondaia - sento un'incredibile voglia di pace. Per questo mi viene spesso l'impulso di prendere un sacco di gente a schiaffi.
Tra una settimana si scopriranno le carte. I giochi si apriranno o si chiuderanno. Per la prima volta - io giocatrice - ho voglia piuttosto di vacanza. Eppure so che i guantoni non resteranno a lungo nei cassetti della scrivania. Perlomeno lo spero: non sia mai che io stia invecchiando.
Considerazione accessoria sulla gente da prendere a schiaffi. Durante una notte di festeggiamenti in uno sciccoso spaccato di banlieue milanese ho conosciuto l'unica delle gialline che ancora non avevo mai visto di persona. Ma come fanno gli uomini a essere così scemi e a non fare a botte tra loro per avere certe donne? Giuro che non me ne capacito.
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15/11/05
:: by :: la eli
impagabile
la faccia dell`addetto al check-in quando ha visto la data di rilascio del mio passaporto: e` sbiancato e si e` messo freneticamente a cercare il visto, per poi tirare un sospirone di sollievo. un paio d`ore prima aveva dovuto rimandare indietro una signora dopo estenuanti discussioni, l`idea di un`altra signora inferocita lo terrorizzava (posso capirlo e posso capire anche la signora). il viaggio (Milano-Atlanta) e` lunghissimo ma alla fine, dopo quasi ventiquattro ore di viaggio siamo in Texas. qui bisogna ridefinire il concetto di "gigantesco": per loro un posto "dietro l`angolo" e' a venti minuti di automobile, un pasto normale potrebbe sfamare una famiglia media, le strade e i parcheggi farebbero piangere di gioia qualunque automobilista che abbia provato a parcheggiare in zona fiera.
sabato immersione doverosa nella parte piu' kitch: il villaggio finto western, con i negozi di souvenir pieni di cappelli da cowboy nei colori e nei materiali piu' improbabili e di una quantita' di fuffa veramente impressionante. sabato sera, il locale da rodeo (ma il rodeo non l'abbiamo visto perche' bisognava pagare un biglietto supplementare e ci sentivamo abbastanza spennati anche cosi'), con musica dal vivo, americani danzanti (spettacolo nello spettacolo) e birra a fiumi (loro. noi dovevamo guidare).
domenica, visita al JFK memorial. sulla porta del museo un cartello avverte: no smoking - no firearms - no photography. le priorita' mi sembrano chiare.
in realta' qui si fuma in molti locali pubblici, salvo qualche eccezione segnalata. molti locali invece chiedono di non entrare con armi che non abbiano la licenza (si deve supporre che le altre sono le benvenute?). e' gia' qualcosa.
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14/11/05
:: by :: SuperBimba
Post un po' misantropo un po' no
Ho questa specie di ingorgo di post in testa. Almeno tre quattro volte al giorno vedo cose e penso cose che vorrei diventassero blog, ma poi non succede per mille ragioni.
Per esempio, ogni tanto penso che potrebbe trasformarsi in pagina e parole il mio odio nei confronti dei matrimoni. Non del matrimonio in quanto rito, sacramento, contratto, istituzione (come volete), ma della cerimonia, degli inviti, degli invitati. Soprattutto quegli squallidi che fanno i cartelli da appendere per strada. ivan ripensaci daniela e mario oggi sposi cristina e luigi freccia a indicare luogo del ricevimento della chiesa o quel che è. Ecco, zoticoni, già i vostri striscioni offendono il mio senso estetico. Poi vorrei ricordarvi che magari sarebbe il caso di toglierli, possibilmente prima che i tizi decidano di divorziare. Ce n'è uno che risale all'estate scorsa: lercio, la vernice sciolta dalle intemperie, ormai penzola a brandelli da un cavalcavia dalle parti di Carugate.
E poi i neogenitori. Pietà. Spiegatemi il senso di quegli adesivi sulle automobili, quelli del bebè a bordo. Devo raddoppiare la distanza di sicurezza? Rallentare? Cambiare radicalmente strada? Volete che vi ammiri? Che vi invidi? Che vi compatisca?
Il rischio è, più semplicemente, che per leggere la minuscola scritta sul vostro adesivino, io vi tamponi.
Bam.
Siccome questo post è un po' misantropo, voglio recuperare scrivendo tanto bene di una persona. Ieri in tivù c'era il mio compagno di banco del liceo, Ale, una specie di gatto dalle sette vite. Psicologo dalla Brianza all'Australia. Assistente universitario. Capovillaggio turistico (con annessi sms da spiagge esotiche e montagne esclusive). Adesso autore televisivo, cerca di conquistare il mondo ripartendo da Trastevere con in tasca solo parecchio talento e la stessa faccia della quarta ginnasio. Patrizia voleva fare la cantante e si è persa in un call center. Barbara voleva fare l'attrice e ogni tanto la vedo all'Esselunga coi due bambini e il marito stempiato, che suonava non so cosa nel gruppo rock più famoso dieci anni fa a Monza e dintorni.
Io e Ale siamo quelli cresciuti di meno. Ma continuare a sognare conserva i nostri occhi sempre molto luminosi.
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:: by :: Chettimar
Classical music for dummies - Yellowblog Edition
Dove la musica è solo un pretesto per un filare di luoghi comuni
- Mai innamorarsi delle cantanti. Mai. Ci caschi sempre come un dilettante.
- Che c'entra? Mica chiedo il curriculum quando vedo una donna.
- Fa niente. Devi essere previdente. Assolutamente mai nemmeno pensare di avere speranze con una cantante. Mentre canta ti lancerà sguardi che trasudano sesso violento e spaventosamente perverso, poi farà finta che non sia successo niente.
- E' perchè gli sguardi li lanciava al tizio seduto dietro di me, molto semplice.
- No, no, li lanciava proprio a te. Però poi decide volontariamente di lasciarli lettera morta.
- Dai, non è possibile che siano tutte così perfide, in blocco.
- I dati sperimentali purtroppo suggeriscono il contrario. Invece ti consiglierei di non sottovalutare le pianiste.
- Non ti ha mai insegnato nessuno che poli identici si respingono?
- Tu e questa solenne cazzata degli opposti che si attraggono.
- Ok, ok. Comunque le pianiste tendono a ucciderti l'ormone dopo quattro secondi. Al primo passaggio di ottave martellate in fortissimo non puoi fare a meno di pensare "io da quella lì non mi faccio toccare neanche se mi paga".
- Argh. Non ci avevo mai pensato. Dolore.
- Sempre vivo.
- Le violiniste?
- Non posso fare a meno di prendere come pietra di paragone Anne-Sophie Mutter. Le altre partono sconfitte in partenza.
- La motivazione più idiota del secolo. Come se potessi permetterti di fare il
sofistico.
- ...
- Le flautiste, invece?
- Risparmiami il consueto campionario di battutacce su di loro. Il problema è che sono tante e tendono a fare branco. Mi mettono in soggezione.
- Sempre con questa storia della soggezione. Mordessero. Comunque ho la soluzione.
- Spara.
- Le arpiste.
- Arpiste.
- Le arpiste ci piacciono.
- Il fascino indiscreto dell'arpista.
- Che magari è pure brutta, ma ha uno charme che le altre strumentiste si sognano di notte.
- Plin plon plon plon.
- Plin plon.
- Sbav.
- Sbav. Un'altra birra?
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11/11/05
:: by :: lisagialla
pagina otto
dovessi mancarvi sconsideratamente, potete portarmi a spasso con voi. su il riformista di oggi.
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10/11/05
:: by :: la eli
le mamme negli usa
parto. valigia pronta, bagaglio a mano pronto, borsa pronta. ho perfino deciso cosa mettermi, quindi e' definitivo: parto. domani mattina alle 7 e rotti inizia una giornata mooolto lunga che terminerà a Dallas TX (dove pare ci siano 29 gradi - la notizia ha inferto un duro colpo alla mia preparazione dei bagagli) alle 20 e rotti ora locale. una settimana dopo, finalmente, comincia la micro occupazione gialla della grande mela.
curioso che l'ultimo blog che abbia aperto parlasse di viaggi negli usa e di aerei che cadono, ma prenderò anche questo come un buon augurio, insieme al pannello dell'ascensore che oggi, cadendo dal soffitto tre secondi esatti prima che io ci entrassi, ha evitato la catastrofe :)
baci a tutti e coccolate il giallino del mese anche da parte mia
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09/11/05
:: by :: SuperBimba
Mini ola celebrativa...
...per il giallino del mese che per una mattina ha smesso i panni del woody allen della bassa brianza e si è trasformato in una specie di dottore di e.r., senza camice ma con lo zainetto giallo, e ha fatto rifunzionare il mio pc.
Visto che ultimamente tutto si rompe, da queste parti, non so quanto durerà, ma capirete che non posso ringraziarlo qua, davanti a tutti, con lui seduto alla mia scrivania.
Al prossimo guaio, capitano.
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:: by :: Chettimar
Barbarism begins at home
- Poi c'è quest'altro sogn...
(- Stoooooop! Che è 'sta roba?
- Guarda, sul copione c'era scritto così.
- Ma ti ho detto cinque minuti fa che la tagliavamo questa scena, i dati del gruppo d'ascolto dicono che il tema "sogni allucinanti" è fra i meno graditi.
- Ma a me piaceva...
- Ci sono ancora venti giorni di lavoro qui, devo farti cacciare a pedate prima?
- Ok, ok, obbedisco.
- Bravo. Ricominciamo, scena 16. Motore, ciak, azione.)
- Quanti anni aveva?
- Non ricordo di preciso. Forse 18. Era l'estate in cui i miei stavano divorziando. Lei mi offrì una spalla su cui piangere, e forse anche altro. Ma io non me ne accorsi: ero troppo impegnato a sentirmi in colpa per quello che succedeva a casa e a leggerle analisi delle sinfonie di Beethoven. E poi ho il coraggio di chiedermi perché tutti mi piglino per il culo.
- Lei mi sembra sempre troppo impegnato a gettarsi la croce addosso. Continui.
- Dopo qualche mese, la sera del suo compleanno, mi decisi a fare il primo, tardivo passo. Stetti tutta la serata in stato catatonico a pensare "Adesso vado a parlarle", "Adesso vado a parlarle". Una sofferenza che non le dico. Dieci secondi prima di salutarla e tornarmene a casa le dissi che dovevo parlarle.
- Le avrà parlato la sera stessa, immagino.
- No.
- Il giorno dopo?
- ...no.
- Il weekend successivo?
- Tre mesi e mezzo dopo.
- Sta scherzando.
- Non scherzo affatto. E anzichè provarci palesemente (per quanto poteva servire, dopo tutto quel tempo - in cui, va da sè, l'avevo praticamente ignorata), le ho fatto un discorso talmente fumoso e privo di contenuti che sembrava scritto da Ciriaco De Mita. Andai a casa vergognandomi come un ladro. Lei, ovviamente, non mi rivolse più la parola per mesi.
- Come mai non volle essere più esplicito con questa persona?
- Tutti dicono sempre "Sii te stesso, e tutto andrà bene", no?
- Infatti, è la risposta standard.
- Nevrotico. Insicuro. Misogino (misogino? misantropo!). Totalmente inadeguato. Questo è quello che sono. Per quale razza di motivo dovrei mostrarlo?
- Non si dipinga a tinte più fosche di quanto in realtà sia. Lei ha semplicemente paura di impegnarsi con un'altra persona. E' normale. Quasi fisiologico.
- Impegno? Secondo lei farsi lasciare dopo due settimane perchè lei "sta pensando al suo vecchio ragazzo" e vomitare bile per il successivo anno e mezzo sarebbe "impegno"?
- Non si fermi agli aspetti superficiali. Vada più in profondità.
- Cosa intende per "profondità"? Andare a teatro? Fare un viaggio? Accendere un mutuo? Se la posta in gioco è questa, cui prodest? Sto molto meglio da solo. Almeno non devo rendere conto a nessuno di quello che dico/faccio/guardo.
- Allora cosa le interessa di una donna, visto che non pare molto propenso a condividere alcunchè? La vede solo come un oggetto sessuale?
- Sesso? Perchè, esiste veramente?
- Eh?
- Ero convinto che fosse un'invenzione dei produttori porno per vendere più DVD.
(- Dio del cielo, questa faceva morire. Il sesso un'invenzione dei produttori. Fantastico.
- Dovevo sfruttare il mio brillante cursus honorum da sfigato totale, almeno una volta nella vita, no?
- Dai, stavolta il caffè te lo offro io.
- Eh?
- Leggi il labiale: ti-of-fro-il-caf-fè.
- Io... ehm... glom... devo andare a lavare la macchina, scusa. Ciao.
- ...ciao. Non scappare così veloce, ché ti fai male.)
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08/11/05
:: by :: SuperBimba
Stesso posto, sei anni dopo
quindi ti devo chiamare professoressa? mi chiede una che mi sembra una bambina. Mi chiedo cosa le sembro io.
Cerco di infilare uno sguardo curioso nelle porte semiaperte di quelle aule in cui anch'io ho passato mesi duri e belli da morire. Un po' invidio i quaranta che hanno ancora tutti i sogni e le speranze che avevo anch'io (cioè, i sogni che ho ancora e le speranze che periodicamente cerco di rianimare). Un po' li invidio, un po' sono contenta di esserci passata, di aver fatto il salto nel mondo dei grandi. Mi ripeto sempre la frase di un tizio cinese di quelli saggi, quella secondo cui ti devi preoccupare non se non hai raggiunto la meta, ma se non stai facendo passi in avanti. Ecco, forse qualche passo negli ultimi tempi lo sto facendo, ma non so se è avanti dritto o un po' di lato, come temo.
Intanto si torna a scuola (dall'altro lato della cattedra).
Fare, se non altro, distrae.
Speriamo che fare molto mantenga in forma.
E che fare troppo non consumi.
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:: by :: lisagialla
first we take manhattan
sembra proprio che questo microblog, scaglionato, presidierà the city da qui alla fine dell'anno. e senza incrociarsi mai, se si esclude l'idea di una foto davanti a tiffany da sovrapporre al ritorno.
a questo microblog piace mangiare, dormire, viaggiare, ballare, sorridere e fare l'amore e voi - che siete uomini di mondo e donne di shopping - avrete senz'altro nomi, indirizzi, suggerimenti, ordini perentori e condizioni irrinunciabili. la parte più ossessiva di questo microblog, inoltre, sta lavorando da mesi alla playlist perfetta per il progetto correre mezz'ora a central park - la parte più pigra di questo microblog starebbe anche cercando di andare a correre, ogni tanto, ma è secondario - e accetta integrazioni per farcire l'ipod a tema.
in cambio dei preziosi consigli, questo microblog si impegna a volervi bene per tutto il 2006. moltissimo.
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07/11/05
:: by :: lisagialla
qualcosa di blu
La sposa cadavere: istruzioni per l’uso. Apprestarsi alla visione sorridenti, se possibile innamorati, senz’altro a lume di candela e con i sensi ammorbiditi da una cena di zucche e vino rosso. Ripetere ogni anno, di preferenza la notte di Ognissanti. occhi fuori dalle orbite e torte nuziali. nella magia dello stop-motion, questa settimana su left wing.
[la maglietta oggi bisognerebbe regalarla al maccabee, insieme al solito monumento equestre crisoelefantino]
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05/11/05
:: by :: la eli
visto?
qualche settimana fa ho finalmente ritirato il mio passaporto, nuovo fiammante, pronto ad essere inaugurato con un timbro degli States. tutta contenta, giro in rete cercando notizie, itinerari, suggerimenti per il mio prossimo viaggio. e trovo questo. per riassumere, i passaporti emessi a partire dal 26 ottobre 2005 e privi di fotografia digitale non sono sufficienti per entrare in USA. bisogna chiedere un visto.
indovinate qual è la data di rilascio del mio passaporto?
ecco, bravi. 26 ottobre 2005.
oddio, mancano pochissimi giorni, a quanto leggo sul sito dell'ambasciata è più facile ottenere un mutuo senza garanzie e con tre protesti che un visto d'ingresso.
panico.
mi documento e apprendo che devo chiamare un numero a pagamento 899ecc. Nessuno dei telefoni dell'ufficio è abilitato e ovviamente il numero è attivo solo in orari d'ufficio. chiamo il responsabile della telefonia e ottengo in prestito il suo cellulare (apparentemente l'unico abilitato: i soliti raccomandati ;)
i tentativi di ottenere una risposta dal numero malefico durano un'ora abbondante (a un euro e ottanta al minuto) senza nessun esito. finalmente, l'illuminazione: seleziono l'operatore di lingua inglese. drin! al primo tentativo.
spiego la situazione, ho un volo già prenotato per l'11 novembre, un corso già pagato, insomma: devo assolutamente partire e avere il visto in tempo utile. la signorina, gentilissima, mi propone un appuntamento per il 17 novembre. no, scusi, devo partire l'11, come si fa? mi spiace, il primo posto disponibile e' per il 17. ma avrete pure una procedura d'urgenza, no? ah si', ecco, venga giorno 7. 'tacci tua. si ricordi che per entrare in ambasciata non puo' avere con se' borse ingombranti, laptop, telefono cellulare, bombe a mano e che non c'e' la possibilita' di depositarli da nessuna parte, quindi si presenti in biancheria intima, documentazione e soprattutto, la ricevuta originale di 85 euro per le spese di istruzione pratica. arimortacci. spero solo che la ditta me li rimborsi.
ah, e poi ci vuole una busta affrancata (posta celere) per la spedizione del visto.
spedizione?!? see, e io mi fido delle poste italiane. e della mia buona stella, soprattutto.
a pranzo pero' salta fuori che la moglie di un collega (il più antipatico che ci sia) lavora in ambasciata. sono ridotta a un fascio di nervi, non ho più un briciolo di dignità, gli telefono. sua moglie è in crociera in Florida. oddio. però rientra al lavoro il 7. dio ti ringrazio. mi da' i suoi numeri di telefono e mi promette una telefonata per domani per vedere se puo' darmi una mano almeno ad evitare la spedizione - sempre ammesso che io abbia le carte in regola per ottenerlo, il visto. vi farò sapere.
p.s. le questure italiane, al momento, non sono in grado di rilasciare passaporti con fotografia digitale, esclusa la questura di Roma. sembrava tanto brutto rilasciarmelo un giorno prima? evidentemente si. visto?
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04/11/05
:: by :: Chettimar
Metamorfosi
L'Italia è una repubblica democratica fondata sulle borse.
Amore, ti ho regalato un mazzo di borse.
Nuovo iPod Bag: può contenere fino a 60.000 borse compresse in formato MP3 o AAC.
Un impegno concreto: più borse per tutti.
Nuova Fiat Punto: più di quindici chilometri con una borsa.
"Ma che borse grandi che hai!" "E' per mangiarti meglio, bambina mia!"
Sto facendo la dichiarazione dei redditi: i soldi spesi in borse sono interamente deducibili.
Dall'analisi del carbonio-14 si può dedurre che il primo negozio di borse risale all'eone Precambriano.
Tesoro, lo so che hai bisogno di una borsa nuova. Sì, eccoti la carta di credito. Questo invece è il mio fegato. Non trovi che faccia pendant con la tua irrinunciabile borsa nuova?
Una mattina, al risveglio da sogni inquieti, Gregor Samsa si trovò trasformato in un'enorme borsa.
- Si svegli.
- Uaaaagh!
- Non si preoccupi, era sotto ipnosi. Adesso si ricorda qualche altro sogno ricorrente?
- Sono sempre in questa grande stanza gialla e vengo fagocitato da una borsa di Prada.
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03/11/05
:: by :: SuperBimba
Senza censure
Io sono per l'informazione senza censure. Quindi vi copincollo questa:
DONNA CADUTA CON GLI STIVALI, PRADA CONDANNATA
Prada e' stata condannata a risarcire 17mila di euro di danni a una donna spezzina, alla quale si era spezzato un tacco di uno stivale facendola cadere.
Sull'edizione online del Corriere tutti i dettagli.
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02/11/05
:: by :: lisagialla
team moss\5 - mariachì?
game, set, match.
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01/11/05
:: by :: Chettimar
Freudiana
- Così lei dice di aver paura delle donne.
- Paura? Direi più "terrore".
- Ma come mai? C'è una ragione precisa? Un episodio, un evento traumatico...
- No, niente. Niente di serio, almeno.
- Sua madre la picchiava?
- Che io sappia, no. Forse lo faceva mentre dormivo.
- Un rapporto passato finito male?
- Pensandoci bene, sì. Una cosa tremenda. Abbiamo passato un mese intero a litigare come bestie.
- Da quanto tempo stavate insieme?
- Un mese.
- Allora temo che non valga.
- Ah.
- Piuttosto, mi dica: come si manifesta questa sua paura? Ha qualche sintomo particolare?
- Guardi, è come se nella mia testa ci fosse una voce che continua a ripetere "Di' pure quello che ti pare, tanto sarai sempre troppo noioso per essere credibile". Così, anzichè parlare con la persona che ho di fronte, finisco per desiderare di essere in una situazione effettivamente troppo noiosa per essere credibile.
- Mi faccia un esempio.
- Consultare manoscritti medievali in un monastero cistercense. Imparare a memoria codici fiscali. Writing frightening verse to a buck-toothed girl in Luxembourg.
- E quindi finisce per starsene zitto e battere in ritirata.
- Esattamente.
- Purtroppo il tempo della seduta di oggi è scaduto. Ci vediamo settimana prossima. Prima di lasciarci, però, le chiederei un'ultima cosa: si ricorda di qualche sogno relativo a questa sua paura...
- ..."terrore"...
- ...a questo suo terrore per le donne?
- Sì, ho proprio un incubo ricorrente. Tre-quattro volte a settimana.
- Sentiamo.
- Sono in questa enorme sala, interamente dipinta di giallo. Ci sono capannelli di donne che chiacchierano e in mezzo, solo e piantato come un palo della luce, io.
- Continui.
- A un certo punto si girano tutte contemporaneamente verso di me e mi guardano come per dire "Beh, vuoi parlare o no?". In preda al panico cerco una frase decente. Non faccio in tempo a pronunciare la prima sillaba che tutte le presenti, all'unisono e in maniera isterica, scoppiano a ridermi in faccia. E più cerco di spiegarmi e di spiccicare più di due parole consecutive, più sguaiata diventa la loro risata. Al culmine delle loro risa e della mia umiliazione, le donne si trasformano in gigantesche Manolo Blahnik che mi inseguono per tutta la sala cercando di schiacciarmi sotto i loro tacchi. Poi di solito mi risveglio e non riesco più a riaddormentarmi.
- Posso darle un consiglio?
- Certo.
- Roipnol.
(- Stooooop! Buona.
- La rifacciamo?
- No, questa andava bene. Melodrammatica il giusto.
- Meno male, non avrei retto questa scena una terza volta.
- Ok, gente, mezz'ora di pausa. Abbiamo ancora un mese di lavoro qui dentro e vi voglio agili e scattanti.
- Ti offro un caffè?
- Che fai, ci provi? Guarda che sto già uscendo con Tafano.
- ...)
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