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Il giallino del mese |
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30/08/06
:: by :: lisagialla
hhgttp \ mangiare è un disturbo alimentare [cit.]
l'ingresso nel terzo trimestre è scandito dalle continue incursioni materne. è piuttosto inspiegabile: io e questa signora non passiamo insieme più di quattro giorni filati che saranno vent'anni. adesso è tutto un vedersi, sentirsi, risentirsi per rivedersi. e ogni volta ha una valigia piena di regali: per la ragazzina, per il coinquilino, per la famiglia oltre il pianerottolo; credo abbiano un buon ricordo di lei persino in portineria. per me, invece, solo pezzetti a incastro di passato remoto.
si sa, io sono una bambina grassa. la bambina grassa è meno malinconica del bambino grasso ma infinitamente più ossessiva. la bambina grassa non mangia mai il gelato dopo la pizza, dichiara che del fritto la infastidisce l'odore e versa l'olio prima nel cucchiaino. sempre. fatta eccezione per quelle serate gonfie di abbuffata compulsiva, che però esulano dalla presente trattazione. la bambina grassa ricorda con assoluta precisione le parole con cui veniva misurata.
e quindi: al mare con la mamma. conversazione pure piacevole, shopping in sincrono, rivelazioni minori. poi passa una bimba di corsa tra le sdraio. ecco, somiglia a te quando eri piccola. sì, ma io era grassa. eri come quella bambina. mamma, quella bambina non è grassa. neanche tu eri grassa. mamma, quella bambina è magra. insomma, mica le si contano le ossa: è cicciottella. no, mamma. cicciottella - all together, now - è una bambina fatta a forma di bignè. santo. cielo.
il coinquilino mi guarda e ride, lo sciagurato. io annegherei volentieri in una vasca di gelato al pistacchio, tagliandomi le vene con le cialde. mi impiccherei a una corda di caramelle mou. soffocherei nella focaccia, con le patate. fritte. e invece no. perché a me - a me che la pasta una volta al mese, il pane non si compra, i cereali dolci nel latte soltanto di domenica - è stato appena ipotizzato un destino da diabetica gestazionale. il ginecologo delle dive non ci poteva credere. poi dice che una si butta sulle borse.
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27/08/06
:: by :: SuperBimba
Camminiamo sulla strada del mare
Aurelia. La radio dice traffico, il traffico non c'è. Però gli autovelox sì, e siccome i punti non abbondano sulla patente della stolta, Marta va piano come le ochette del pantano. E legge le scritte a bomboletta sui cartelli.
1) - Dio c'è.
2) - Dio c'è.
- Sì, ma quale?
3) - Dio c'è.
- Sei tu.
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25/08/06
:: by :: karen
Che sono tornata l'ho già scritto..
ma che sono piena di buoni propositi per inizare questo nuovo settembre della mia nuova vita da casalinga non l'ho ancora detto.. il guaio è che siccome sono bravissima a non rispettare mai quanto mi riprometto durante le vacanze, ho pensato che magari scirvendolo possa funzionare di più. Anche se, ora che ci penso, credo di averlo già fatto in passato con scarsi risultati.. Comunque il punto uno è che devo mettermi a dieta (naturalmente da lunedì sennò che dieta sarebbe!!!) e ora mi trovo davanti alla difficile scelta, potrei provare con il dottor Sears, il quale trova normale che a metà mattina si mangi un uovo svuotato del rosso e riempito di crema di piselli, tanto ora ho un po' di tempo libero. Oppure potrei estrarre il pallottoliere e dedicarmi alla dieta a punti. O comprare una qualsiasi giornale che prometta perdite di peso miracolose in poco tempo. Non so ci penserò intanto domani indosserò la mia nuova borsa di paglia provenzale e insieme alla mia felice appendice (la creatura per ora si comporta alla grande) andrò al mercato a fare la spesa. Certo non sarà bello e profumato come quelli visti in terra di provenza ma mi acconterò!!!
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21/08/06
:: by :: SuperBimba
Una rosa es una rosa es una rosa
Svaligia/lavatrice/stendobenechenonstiro/valigia e poi mare di quelli molto vip. Forse, perché questa è l'estate dei punti interrogativi (e delle emozioni violente). E mentre io mare di quelli molto vip tutto sta tornando alla normalità, sperando che il tutto non speri che diventi normale io, perché chi visse sperando eccetera. Il mio adorato piccolo aiutante di babbonatale nonché fantaman (che è diventato anche una password, alè) nonché la parte funzionante del mio cervello è da oggi all'opera a Pink Mountain, con una firma apposta su un contratto per dieci mesi e dieci giorni. E' la prima volta che un uomo viene legato a me con un contratto. Forse dovrei trarre ispirazione dalla cosa. Avendo smarrito la chiave dell'armadietto con l'archivio (memento: appena i contratti li slegano, tendono a perdere cose persone e colpi), ha dovuto chiamare il signor alòalìbabà che in un apritisesamo ha rimesso in moto la macchina della trasmissione. In onda tra una settimana esatta. Un altro componente della Banda bassotti è ancora disperso, ma come sempre ce la faremo.
Per far tornare i conti ne manca uno. E manca, accidenti se mi manca.
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18/08/06
:: by :: lisagialla
il rosso e il nero
tra le altre cose - cose che mi fanno sempre pensare alla bizzarria comportamentale per cui: se sei cinque chili sottopeso, pure la prima che incontri per strada si sente legittimata a preoccuparsi dello stato dei tuoi nervi o della storia dei tuoi disturbi alimentari, mentre insiste per offrirti un panino; se i cinque chili sono di sovrappeso, invece, diventi seduta stante il ritratto della salute, in fondo stai bene così pienotta e hai finalmente imparato a goderti la vita - leggevo insomma che invecchiare è più difficile per la strafiga consapevole. e mi sono ricordata della cattiveria che ho origliato l'altro giorno, mentre mi facevo massaggiare. di quelle due ragazzine, nel box accanto, che prendevano in giro la signora di ottantatre anni colpevole di minuziosa pedicure settimanale. ma forse è soltanto ora di cambiare il colore dello smalto.
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16/08/06
:: by :: SuperBimba
Ce qu'on fait au Marais
Principi di vita al Marais:
1) i carboidrati si possono assumere solo ed esclusivamente sotto forma di baguette;
2) per essere di buonumore (che siamo donne romantiche, e la mancanza si sente), basta acquistare dei trench gemelli. Uno nero e uno colorato, possibilmente;
3) posare per un fotografo ispirato (al quale rivelare che sotto il trench, niente).
[per questo post - e per queste foto - si ringraziano anche la padrona di casa temporanea, nonché tenutaria del bed&breakfast, il gatto Thom, la commessa del negozio, Tiziano Ferro]
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14/08/06
:: by :: SuperBimba
La ville qui ne dort pas
Sono nella città del mio primo bacio. Lui si chiamava Stefano ed era di Latina. Era biondo, con gli occhi azzurri e faceva il carrozziere (o il meccanico, non mi ricordo). Mi è sembrato di veder passare me, sotto i portici di Rue de Rivoli, ieri all'ora del tramonto (ci fosse stato il sole). Avevo ancora 15 anni, mi sono riconosciuta perfettamente. Ma andavo di fretta, io quella di 15 anni, intendo, così io (quella di oggi, intendo) non non sono riuscita a fermarmi per farmi tutte le domande che avrei voluto. Chissà cosa mi sarei risposta. Però è stato bello incontrarmi, anche solo per un attimo.
Per la colonna sonora della serata, grazie a Manu Chao (Out of time e Minha galera), Franco Battiato (Ruby tuesday e La canzone dei vecchi amanti), Billy Bragg (Greetings to the new brunette), i Cure (Boys don't cry), Francesco De Gregori (Rimmel), Madonnna (Live to tell), Bob Marley (Redemption song). La selezione musicale è di Marta, che gioca con la library di Auro, che sul divano verde gioca con le foto di Stefano, che a Marta ha rubato quasi tutta l'anima.
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09/08/06
:: by :: lisagialla
hhgttp \ you live, you learn
è un gioco bellissimo. è come andare in giro con una squilibrata, solo che la squilibrata sono io. per esempio: ho provato a proteggere le mie graziose estremità coi cinturini del dr scholl. leggevo attaccare al cinturino sulla parte in cui sfrega col piede e attaccavo al piede sulla parte in cui sfregava col cinturino. non è la stessa cosa. ne ho buttati sei, poi il coinquilino mi ha fatto notare l'errore metodologico. un po' offesa, sono andata a lavarmi il viso. con l'anticellulite.
a questo proposito, e per sciogliere ogni dubbio: i piedi e i peli. di mattina ho ancora il trentasette e mezzo, a pranzo un trentotto abbondante, di sera sono scalza. le gravide [signore che abitano appositi forum, le cui riflessioni hanno sostituito i giornali del mattino] sono concordi nell'affermare che potrebbe dipendere dal peso acquisito. quale peso acquisito? è la domanda appropriata. io sono solo un po' gonfia. i peli, per parte loro, crescono pigri ma sulla pancia; i capelli non rispondono ai comandi; le unghie sono ingestibili.
eppure la gente sorride. di continuo. ragazzini nel parco mi salutano raggianti, edicolanti d'agosto chiedono quandoquandoquando, pizzaioli si offrono di lavare il basilico con l'amuchina. in un libro il mio personaggio preferito si lamenta perché trova ingiusto che si smetta di sorridere ai bambini oltre i quattro anni. da allora non so più se sorridere a tutti o non sorridere a nessuno, ché mi stanco a forzare gli angoli della bocca in su davanti a certi mostri. però vivo nel terrore che prima o poi smettano di sorridere anche a me.
in effetti, potrebbe trattarsi di compassione. perché il vero problema è accettare il dato di fatto: nonostante tutti ripetano estatici che oh, le donne incinte sono bellissime, l'affermazione è falsa. le donne incinte sono svariate centinaia di cose - tra cui sudate - ma non sono bellissime. e lo sanno. lo sappiamo tutti. se avere un cocomero enorme sotto la maglietta fosse segno di forma smagliante, i chirurghi gonfierebbero le pance, non le tette. una volta interiorizzato il concetto, ho perfezionato strategie di disaster recovery.
tipo: il taglio impero è essenziale in metropolitana e nelle altre occasioni di trasporto pubblico. nessuno cede il proprio posto comunque - fatta eccezione per quel distinto signore che fulminava con lo sguardo la schiera di ragazzini sudaticci seduti accanto - ma le dimensioni assunte mi autorizzano a starmene aggrappata pancia in fuori e aria scocciata da o-tempora-signoramia-o-mores. la cosiddetta 'scena della gravida' dà minor soddisfazione in coda all'esselunga: non c'è niente a cui aggrapparsi e le vecchiette sono spietate.
le nonne, invece, sono impazzite. gorgheggiano, tubano, trillano e polverizzano carte di credito. mi sono messa a urlare nel negozio pur di riuscire a comprare io un cencio qualunque per la ragazzina. poi ho deciso la nostra canzone e sono tornata a casa con il suo primo cachemire. ho preso anche la valigia. più o meno. adesso però dovete dirmi tutto quello che c'è da sapere sulle camicie da notte.
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08/08/06
:: by :: SuperBimba
Porque es probable que lo merezco
C'è a chi scatta l'orologio biologico, a me scatta solo il calendario. Ogni anno, quando inizia agosto, non vedo l'ora che sia finito. Che arrivi settembre, la vita di tutti i giorni, i buoni propositi, l'energia e la voglia di fare. Voglio lo zainetto nuovo, le penne nuove, magari cambio anche l'astuccio e la cinghia elastica, quella per i libri dei primi giorni. Da ricoprire in uno dei momenti più divertenti dell'anno.
Il primo buon proposito è imparare a fare l'orlo tutto da sola. Oggi prima lezione, sono stata molto brava. Ho rifatto l'orlo agli shorts neri che conto di mettere ancora un paio di volte quest'estate. Poi finiranno in una teca blindata, con un cartellino da museo:
questi shorts, incontrati per caso in un saldo al 50%, sono una taglia S, nella quale SuperBimba respirava perfettamente, nell'estate 2006. Indossati la prima volta al concerto di Alan Parsons[I], travestita da Carrie Bradshaw che va a vedere un concerto di Alan Parsons[II]. Indossati una seconda volta durante una passeggiata serale a Piazza di Spagna[III], travestita da Carrie Bradshaw durante una passeggiata serale a Piazza di Spagna.
Accanto alla teca con gli shorts, uno scrigno con gli occhiali neri da autografo e le ballerine dorate di Cenerentola[IV].
[I] Essebì: se mi ha portato a vedere le stelle? le abbiamo viste al foro olimpico davanti ad Alan Parsons, giovedì, ed è stato molto bello.
Sir: Alan Parsons e/o il suo Project è ancora vivo? Giuri.
Essebì: giuro.
Sir: Scusi, ma è come andare a vedere le stelle davanti al Pio Albergo Trivulzio.
[II] è vivo, giuro.
[III] [voce off della guida turistica] qui è dove i giovani, romani e turisti, vengono a pomiciare, da generazioni e [stacco su ppp di Essebì, attonita] anche i più anziani.
[IV] colonna sonora: Julieta Venegas, nei giorni in cui, come oggi, cerco di decidere che non esisti, non fosse che mi sei stampato nei quick contacts, nei frequently mailed e nel sangue.
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03/08/06
:: by :: nush
I consigli di Nush per le neomamme
Era tempo ormai. Troppi erano i segnali che fingevo di ignorare. (Si vabbeh ero l'ultimo essere sulla terra all'oscuro dell'esistenza di una micropupagialla in itinere!)
Ormai tutte le mie amiche o sono incinte o hanno sfornato pupetti. Io dall’alto della mia triennale esperienza di mamma (anzi, bimamma da ormai quattro mesi) meditavo già da un po’ di mettere per iscritto tutte le dritte che avrei voluto suggerire alle donne che volessero ascoltarmi riguardo a questa cosa bella e terribile che si chiama maternità.
Perché lasciatemelo dire ma di sta cosa se ne parla in termini idilliaci (“il periodo magico, il lieto evento, il delizioso pupetto”), oppure naturalistico - new age (“Il legame simbiotico, l’istinto materno, la naturalezza dell’allattamento”)… Ma di consigli scanzonati e pratici, sul bello e il brutto non è che se ne trovino poi molti. Serve una specie di manuale di sopravvivenza, soprattutto per il dopo.
Perché della gravidanza e del parto se ne fa un gran parlare. Tutte abbiamo avuto qualche amica incinta e radiosa. Qualche nausea, si, un filo ingrassata, si sa la ritenzione idrica. Molte paranoie, molti sogni, qualche acquisto compulsivo. Poi l’amica in questione partorisce: tonnellate di sms, visite raggianti in ospedale, tutine per ogni stagione e di ogni taglia di cui almeno 1/3 non verranno indossati per più di 2 volte, auguri e congratulazioni.
Passato il fervore si ritorna a casa, e dell’amica non si sente più quasi nulla per un po’ (beh che vuoi che sia)… La neofamiglia riemerge al mondo civile riassestata dopo qualche mese, con un bel frugoletto pestiferino e giocondo che ride, sta seduto e mangia le pappe. Chiunque li incontri medita sul significato della vita, sulla continuità della specie, sull’orologio biologico e sul “caro ne facciamo uno anche noi?”
Ma cosa è successo alla neofamiglia nell’intervallo di tempo che va dal ritorno a casa dall’ospedale col fagottino (che nella nursery dormiva come un angelo) a quando è riemersa alla vita civile? Questo è quello che non si sa, quello che le donne non dicono e che io vi racconterò un pezzetto alla volta.
(pupi permettendo ovviamente :) )
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01/08/06
:: by :: lisagialla
hhgttp \ le colpe dei padri
- oh?
- eh.
- dormi?
- no.
- e che fai?
- penso.
- e a che pensi?
- al discorso con cui la ragazzina accetterà l'oscar per la miglior regia e mi ringrazierà.
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