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31/05/07
:: by :: LaVale
Cerco conforto.
Ha aperto le danze la recita di fine anno di Marta il 24 scorso.
Alle ore 20 del 22 Marta mi comunica di aver bisogno di un mantello BIANCO - quello di zorro dei fratelli non va, quindi - alle ore 16 del 24 sono a Città di Castello per lavoro.... Ma ce l'ho fatta, nel caso ve lo chiedeste.
Poi il 25 le pizzate e di Giacomo e di Davide, che sia mai che le rappresentanti di classe si rendano conto che una madre di gemelli non può essere in due pizzerie diverse alla stessa ora dello stesso giorno.
Domenica la messa e la festa della scuola di Marta (avevo invocato il maltempo e come al solito quando faccio un pensiero cattivo, la punizione è arrivata puntuale: Marta si è svegliata con 40 di febbre).
Lunedì c'era dalle 5 alle 7 la festa della pallavolo, ma io alle 6 dovevo essere alla nuova scuola media di Marta per la presentazione del prossimo anno. Nonostante la febbre di Marta non le permettesse di andare, io dovevo farci un salto per fare la preiscrizione all'anno prossimo (e l'abilità sarebbe stata beccare il momento giusto prima delle 6 o dopo le 7 quando si spera la riunione delle medie fosse finita). Giacomo e Davide invece erano stati invitati ad una festa di compleanno, ma non ci potevano andare perchè avevano rugby. Io glielo avrei fatto anche saltare per farli andare alla festa, ma subito dopo il rugby c'era la cena di fine anno durante la quale, tra le altre cose, dichiaravano the best player of the year e il most improved player of the year (diotiprego fa che lo assegnino a qualcun altro, o, semmai, a tutti e due, chè chissà come la prenderebbe l'altro se uno vincesse un premio e lui no...invece, mia solita fortuna, lo hanno assegnato a uno solo dei due, ma l'altro sembra dimostrare segni di equilibrio e non prendersela affatto).
Il primo di giugno c'è la recita d'inglese: Davide alle 13.45 fa il porcellino, deve presentarsi tutto vestito di rosa (ricordarsi di provargli i pantaloni della sorella e di fare la codina arricciata rosa, con carta crespa consigliano le insegnanti), Giacomo alle 15.15 fa il lupo (ricordarsi di fare la la codina arricciata nera, con carta crespa consigliano le insegnanti).
Il 4 giugno invece alle 1545 c'è il saluto di fine anno del parroco, non si può mancare.
Il 7 c'è la pizzata della scuola di Marta, mentre il 9 c'è la festa della scuola di Giacomo e Davide. Il 9 c'è anche la partenza per il torneo di rugby in Francia.
Ora, in tutto questo, non ho ancora ben capito se posso alzare la manina e dire "scusi, io lavoro..." oppure no. Certo che no. Vuoi dirmi che non tieni in casa un mantello bianco per ogni evenienza, che non puoi sacrificare tutti quei succosi contatti a Città di Castello, che non hai un marito che possa partecipare all'altra pizzata (si, ce l'ho, ma se non ce l'avessi?), vuoi veramente dirmi che ancora non hai fatto la codina rosa?????
Alla pizzata, quella del 25 (nel caso stiate cominciando a confondervi), una mamma mi si è avvicinata e mi ha detto "allora, l'hai fatta la codina rosa?".
"uuhh?".
Mi fa impazzire questa cosa che una mamma che non sono io sappia quale parte uno dei miei figli debba fare. Lei sapeva che Davide sarà il porcellino. Io ho solo un vago ricordo di una circolare, anzi due circolari, una diceva nero, una diceva rosa.
"Si, la codina, io ho preso due nastri, li ho cuciti, li ho imbottiti, poi ci ho passato dentro un filo, ho tirato e voilà il ricciolo. Sai, con la carta pesta non sapevo se sarebbe venuta bene....ci devi mettere un fil di ferro dentro e se poi si devono sedere?".
Panico..."eccerto, sarebbe un problema....no, scusa, ma quand'è?".
"oohhh, non ti far prendere dall'ansia, è venerdì prossimo".
"ahhhh, fiuuuùùùù".
Sabato cammino coi bimbi verso il centro e incontro un'altra mamma. Mi guarda ammiccando e indica il sacchetto che ha in mano... vedo dentro della carta pesta rosa (evidentemente è una mamma di un altro porcellino) e mi fa "allora, tu hai trovato il modo per farla a Davide?". Eccone un'altra che SA. E soprattutto che sta già agendo.
Sicuri che non devo farmi prendere dal panico?
Venerdì è domani.
Stasera mi sono messa all'opera.
La cartoleria dove ho comprato la carta crespa è quella di quartiere e Antonella la titolare sa tutto. Mi dice tranquilla che per la coda del porcellino basta arrotolarla su una matita.
Io tranquilla l'arrotolo intorno al mio dito stasera e sto cazzo che resta in forma arricciata.
Allora ideona, l'ho cosparsa di cera per capelli e poi l'ho phonata per un quarto d'ora.
Sembra un fazzoletto bagnato di moccio e dimenticato in una tasca.
Mi appoggio al lavandino e scoppio a piangere.
Il mio bambino domani avrà la coda di porcellino più patetica della storia.
Non posso fare altro che piangere come una cretina.
La cosa buffa è che non piango come una scema perchè la coda fa schifo.
Piango come una scema perchè Davide penserà che sia la migliore coda di porcellino al mondo e invece fa schifo.
Ecco. Mica lo so se è giusto.
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30/05/07
:: by :: lisagialla
un mercoledì da cogliona
aveva un bernoccolo. e quindi ogni tre ore stanotte mi alzavo per riempirla di pizzichi e, constatato che si arrabbiava come una bambina sana, me ne tornavo a letto soddisfatta. poi s'è svegliata, alle sette meno un quarto. sorprendentemente, non ha vomitato dal cavalcavia. l'ho portata nel lettone, l'ho attaccata a una tetta e lì ho perso definitivamente conoscenza.
dopo un'ora la ragazzina gonfia di latte mi mette le mani in faccia come a dire: se pensi che me ne rimanga qui a vederti dormire, ti sbagli di grosso. la cambio con una mano, con l'altra bevo il primo caffé, con l'altra ancora l'appoggio sul passeggino e si addormenta di botto. forse per essere un po' di compagnia, la ragazzina dorme e insieme rantola. la botta, mi dico. però che brutto rumore. ma a mezzogiorno dobbiamo andare in ospedale per l'ecg, se mi insospettisco oltre la faccio controllare. sono proprio una ragazza fortunata. secondo caffé.
in macchina mi accorgo che ha i piedi gelidi, le mani fredde e la testa bollente. chiedo all'infermiera all'ingresso un termometro, lei mi guarda come si guardano le mamme troppo apprensive, poi le appoggia una mano sulla fronte, mi prende sul serio e sentenzia: trentotto e quattro. sbaglia di poco, ma per difetto. la ragazzina ha gli occhi tristi. bellissimi ma tristi. non c'è neanche bisogno di calmarla quando la cospargono di pece e piume: se ne rimane ferma e accigliata ad aspettare che passi. e passano anche gli elettrodi e gli stetoscopi, passano due gemelle piccolissime prima di avere i risultati, passa la merenda di frutta lasciata per metà e gli occhi tristi (bellissimi, ve l'ho già detto?) che si appisolano. e ricomincia a rantolare piano piano.
e io lo so che non è niente ma comincia a essere un po' troppo, in ventiquattro ore. io mica sono pronta. passo il pomeriggio a fare finta di non guardarla. tachipirina: la febbre scende e sale ancora. provo a fare altro ma non riconosco una foto di raul bova. mangio anacardi perché mi distraggo a masticare. e alla fine sul balcone mi viene in mente che forse è tutto qui: la ragazzina sta (pur poco) male e a me si paralizza il mondo intorno. mica lo so se è giusto.
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29/05/07
:: by :: lisagialla
toc
è il rumore che fa la ragazzina quando cade di testa dal passeggino.
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28/05/07
:: by :: la eli
il giallo dei blogger
il giallo dei blogger non può non essere citato nel blog giallo, quindi eccovi il link:
ilgiallodeiblogger.splinder.com.
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23/05/07
:: by :: lisagialla
in onore dei vecchi tempi
desperate housewives spacca svariati culi.
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20/05/07
:: by :: la eli
bello dentro
l'esserino quindicenne avrà anche una bella persona dentro, ma ciò non gli impedisce di andare in giro con la cintura dei pantaloni a mezza chiappa.
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16/05/07
:: by :: la eli
sbronza triste
Mio figlio ha quindici anni e frequenta la stessa scuola del quindicenne morto mercoledì, "dopo uno spinello", durante le lezioni del mattino.
Come madre, sinceramente, non so cosa pensare. Da una parte, non ho mai sentito parlare di spinelli letali (anche se le principali testate giornalistiche titolano "quindicenne morto dopo uno spinello" e non "quindicenne morto durante una lezione di diritto"). Dall'altra, vorrei poter proteggere quell'esserino alto uno e novanta che va in giro come se fosse un uomo ma dentro io so che è ancora un bambino. Proteggerlo, poi, da cosa? Da esperienze dolorose che saranno inevitabili per diventare, davvero, un uomo? Dai conflitti con i professori, con i compagni, con l'allenatore? Dal bere, dal fumo, dalla droga? E perchè non dai motorini, dalle ragazze crudeli, dagli amici traditori?
La verità è che non posso proteggerlo, posso solo cercare di fornirgli gli anticorpi perchè possa affrontare quello che la vita gli offre nella maniera più serena possibile, ma soffrirà, e si farà male e io non potrò fare niente per impedirlo.
Posso solo sperare che la bella persona che vedo dentro di lui sia abbastanza forte da rimanere tale, con tutto quello che dovrà affrontare.
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10/05/07
:: by :: lisagialla
non ci posso credere
volandri.
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08/05/07
:: by :: LaVale
i neonati sono umani?
C’ho questa cosa nel gozzo stasera.
La babysitter dei miei gemelli, quella che li ha accuditi tutte le mattine mentre io lavoravo dai 3 mesi ai due anni e mezzo, ha avuto un bambino la settimana scorsa.
Se ne sta a casa seduta sul divano con i seguenti strumenti:
1. un paio di tette sanguinanti perché i neonati bisogna assecondarli
2. un paio di tette sanguinanti perché i primi momenti/giorni/mesi di vita di un bambino e la frequenza del contatto pelle a pelle con la madre sanciscono in modo direttamente proporzionale come sarà sereno per il resto della vita
3. un paio di tette sanguinanti (sempre lo stesso, s’intende) perché il ciuccio non è cosa naturale
4. un paio di tette che sanguinano su un foglio di carta dove meticolosamente le hanno insegnato ad annotare durata della poppata, frequenza della poppata e peso del poppante dopo la poppata
Naturalmente alla puerpera in questione non si può dire niente, perché il lavaggio del cervello fatto in ospedale (sottile forma ai miei occhi di accanimento terapeutico) apre il varco a quella sindrome di “voglio essere la madre perfetta, quella come non se ne è mai viste prima”, “ce la farò, ve lo faccio vedere io” che poi slitta (direttamente proporzionale alla profondità dei tagli sul capezzolo) in “non valgo nulla come madre se non riesco neanche a nutrire mio figlio”, “sono una fallita”, “oddio non prende peso, perché ieri si e oggi no?” passando attraverso la fase del “cazzo quanto fa male mi sento svenire”.
Chiaro che qui non si voglia mettere in discussione la superiorità scientificamente provata del colostro e del latte materno su bibe, ma cerchiamo di mettere le cose in proporzione.
1. I neonati non hanno molta forza. Dell’ora e mezzo che sta attaccato alle tette della mia ex babysitter, il suo bimbo di pochi giorni succhierà latte per non più, a stare larghi, di 15 minuti. Poi si addormenta e succhia per il piacere di succhiare. In inglese si chiama comforting. In italiano puro godimento. Ci vuole tempo perché impari ad ottimizzare lo sforzo e tenerlo sempre attaccato al seno non lo aiuta affatto.
3. tanto vale che quel comforting se lo faccia su un ciuccio e tu ti risparmi 65 minuti di frizione sul capezzolo e guadagni 65 minuti di vita tua per ogni poppata. (In Inghilterra erano arrivati a dirmi che il ciuccio era la causa unica della “slack jaw syndrome” vale a dire della “irreversibile caduta di mascella”. Tu l’hai mai visto qualcuno camminare per strada con un accrocchio di fili a tener su la mascella? Scusi, cosa le è successo? Eh, guardi non me ne parli, tutta colpa di mia madre che mi ha dato il ciuccio quando ero piccolo….”. Invece ho visto i denti storti e pollici col callo dei bimbi delle mie amiche inglesi. Si, è vero, anche il ciuccio ti fa avanzare i denti davanti come il succhio del dito, però ti risparmi il callo sul pollice e risparmi ai tuoi figli a 11 anni l’imbarazzo di nascondersi sotto le scale della scuola per una ciucciatina segreta perché gli amichetti li trascurano ).
2. Ora, facciamo un breve calcolo. Un neonato sporca il pannolino almeno 6 volte al giorno, il che vuol dire che minimo ogni 4 ore, per almeno 10 minuti, tu lo maneggi, lo accarezzi, gli fai le pernacchie nella pancia. Totale 1 ora.
Piange circa una decina di volte al giorno, il che vuol dire che tu lo consoli tenendolo in braccio per un tempo medio stimabile dal quarto d’ora alla mezz’ora, che porta ad una somma di 150-300 minuti al giorno. Totale 2,5 – 5 ore
Poi c’è il papà che vuole la sua parte, gli amici che ti vengono a trovare, per non menzionare i nonni. Diamo a tutti loro un tempo conservativo di interazione di circa 20 minuti al giorno ciascuno. Totale (considerando un papà – ma per lui almeno 3 volte al giorno-, un amico, un nonno/a) 2 ore.
Se poi si aggiunge il tempo del gioco, delle carezze rubate mentre dorme, del vestire la mattina eccetera, il totale ammonta a circa 7 -11 ore al giorno.
Quindi, su 24 ore al giorno, di cui almeno 12 se le dormono, 7-11 di contatto, salamelecchi, solletichi e cure non sono abbastanza?
4. la pesata prima-dopo la poppata non vuole dire un beato niente. Su un bimbo che pesa pochi chili una cacca o una pipì dentro la pancia ancora da espellere può voler dire una bella percentuale che spana tutte le tabelle possibili. Ne consegue che tenere un xls dei grammi di latte è solo una fonte di ansia inutile.
Posto che non sussistano patologie alimentari o di salute, io credo fermamente che:
Regola prima: la felicità di un neonato è direttamente proporzionale alla serenità della madre. Se la mamma quasi sviene per il succhio su un taglio, non va bene
Regola seconda: i neonati appartengono alla specie umana. Tu mangi quando ne hai voglia? No. Perchè dovrebbe essere diverso per tuo figlio? Si, certo, è piccolo e va assecondato, ma allo stesso tempo se gli insegni che c’è un tempo per mangiare, uno per dormire e uno per giocare…prima cominci e meglio stai per sempre tu (e lui).
Tu ameresti essere toccata e trastullata in continuazione per tutto il tempo di veglia della tua giornata? No. Ecco, lasciamoli anche un po’ in pace con se stessi, questi neonati, se no non staranno mai tranquilli.
Ecco, insomma, scusate i toni un po’ concitati, ma quando vedo una mamma soffrire per delle mode del piffero (ai tempi di mia madre allattare al seno era disdicevole. Io, mi hanno ficcato un biberon in bocca dal giorno 0 e ho un rapporto sereno e compatibile con entrambi i miei genitori e, mi sento di dire, anche con la vita in generale) mi si torcono le viscere.
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05/05/07
:: by :: lisagialla
it runs in the family
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04/05/07
:: by :: lisagialla
milestone
da questo lato del cucchiaino, la parola di maggio è: cuocipappasanovapore.
dall'altro: ajeje.
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:: by :: la eli
diversamente corretto
bisogna che qualcuno lo dica. non si può continuare a fare finta di niente.
dire "da quando sono piccolo" è sbagliato. può dirlo solo una persona soggetta a un processo di restringimento: "prima ero grande, ma da quando sono piccolo...".
un adulto che inserisca nella sua conversazione un "da quando sono piccolo" o un "da quando ho tre anni" va messo a giocare in un box e lì abbandonato. nessuna pietà.
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03/05/07
:: by :: mae*
Le grandi tragedie del nostro tempo
E' successa una cosa terribile. Hanno smesso di produrre il mio fondotinta. Non fate quella faccia. Ci ho messo anni a trovare quello giusto. E non sono nemmeno sicura che sia quello giusto. Ma almeno soddisfa un paio di requisiti fondamentali, tipo quello di non farmi apparire morta da più di cinque giorni, riesce a rimanere sui due. La casa produttrice, in realtà, sostiene che sia ancora in vendita, ma nelle profumerie non c'è. Le commesse fanno tutte strane facce. A metà tra stupore e smarrimento "uh, ma tu guarda, non c'è, eppure era qui nell'espositore fino a tre secondi fa". Sospetto cose terribili. Che siano in fallimento e non me lo vogliano dire. Naturalmente il problema ora è un altro. Dovrò ricominciare la solita trafila per trovare un degno sostitutivo. Passare le giornate in profumeria a impiastricciare il dorso della mano. Spendere cifre iperboliche per fondotinta che sembrano perfetti e poi quando li provi a casa ti fanno fosforescente. Accantonarli con rassegnazione, uno dopo l'altro, nel cimitero dei fondotinta viventi. Io non so se ce la faccio. Ormai ho una certa età. Son cose che si fanno da giovani, quando si ha ancora una certa incoscienza. Sarà che non ho più il fisico, insomma, ma quasi quasi avrei preferito dovermi cercare un nuovo fidanzato.
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